Due imprenditori messi agli arresti domiciliari e cinque sottoposti al divieto di esercitare ruoli direttivi delle persone giuridiche per dieci mesi, e un ottavo indagato senza sanzioni. È il bilancio dell'inchiesta "Xiphonia" della Procura di Siracusa sulla realizzazione del porto di Augusta con l'esecuzione di un provvedimento cautelare del Gip che dispone anche il sequestro cautelativo di 7,5 milioni di euro eseguito dalla guardia di finanza.
Le indagini delle Fiamme gialle hanno svelato un presunto articolato sistema di false fatturazioni per il conseguimento di illeciti vantaggi fiscali e per l'ottenimento di finanziamenti pubblici destinati alla costruzione del porto turistico di Augusta. I reati ipotizzati a vario titolo sono: emissione e annotazione di fatture false, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita compensazione e associazione a delinquere. Le indagini sono scattate nel febbraio 2017 in seguito ad un controllo fiscale ad una ditta edile.
Le Fiamme gialle del Nucleo di polizia economico finanziaria di Siracusa, coordinato dal tenente colonnello Antonino Sciabarrà, hanno fatto luce sulla presunta truffa promossa da un'associazione a delinquere riferibile, secondo l'accusa, ad Alfio Fazio, 61 anni, amministratore della Porto Xifonia Augusta srl, e della quale faceva parte Antonino Ranno, 64 anni di Augusta, amministratore di fatto della Edil Tiche srl., società che si occupa di edilizia residenziale. I due sono stati posti agli arresti domiciliari.
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Luca De Simone, ha spiegato che il profitto è stato di 7,5 milioni di euro, somma oggetto del sequestro. "Sorprende la visione strategica di questi imprenditori - ha affermato il procuratore aggiunto Fabio Scavone - capaci di pianificare anni prima e sfruttare il finanziamento pubblico".
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