PALERMO. "Mercificazione della funzione giudiziaria" e "inquietante capacità criminale": così il gip di Messina che ha disposto l'arresto dell'ex pm di Siracusa Giancarlo Longo descrive, nella misura cautelare, il magistrato. Per il quale il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio ha chiesto ora al Csm la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio.
Longo, campano, 48 anni, nel frattempo trasferito al tribunale civile di Napoli, è indagato per corruzione, associazione a delinquere e falso dalla procura di Messina che ha accertato come il collega, per almeno tre anni, abbia messo la funzione giudiziaria a servizio di un centro di interessi economico-finanziari che ruotavano attorno a due avvocati siracusani: Piero Amara e Giuseppe Calafiore.
Decine i procedimenti a carico di clienti di peso dei due legali, come Eni e i costruttori Frontino, che in qualche modo il pm avrebbe "condizionato". Il tutto in cambio di denaro e regali. Longo sarebbe stato in precarie condizioni economiche ma, ciò nonostante, avrebbe depositato tramite sportello bancario sul conto quasi 90mila euro.
"Non avendo vinto alla lotteria, nè avendo ricevuto bonifici", scrive il gip. Inoltre nel 2014 e nel 2015 avrebbe trascorso il Capodanno con i suoi familiari e le famiglie di Amara e Calafiore in un hotel 5 stelle di Dubai a mille euro a notte e al Grand Hotel Vanvitelli di Caserta. Prezzo, per pm e gip, della corruzione.
I metodi usati da Longo, secondo quanto accertato dalla Procura di Messina, erano tre: creazione di fascicoli "specchio", che il magistrato "si auto-assegnava - spiegano i pm che hanno condotto l'inchiesta - al solo scopo di monitorare ulteriori fascicoli di indagine assegnati ad altri colleghi (e di potenziale interesse per alcuni clienti rilevanti degli avvocati Calafiore e Amara), legittimando così la richiesta di copia di atti altrui, o di riunione di procedimenti; fascicoli "minaccia", in cui "finivano per essere iscritti - con chiara finalità concussiva - soggetti 'ostili' agli interessi di alcuni clienti di Calafiore e fascicoli "sponda", che venivano tenuti in vita "al solo scopo di creare una mera legittimazione formale al conferimento di incarichi consulenziali (spesso, radicalmente inconducenti rispetto a quello che dovrebbe essere l'oggetto dell'indagine), il cui reale scopo era servire gli interessi dei clienti di Calafiore a Amara".
Nel novembre scorso proprio per essersi auto-assegnato alcuni procedimenti , oggi sotto la lente di ingrandimento dei magistrati che hanno disposto il suo arresto, Longo era stato condannato dalla Sezione disciplinare del Csm alla perdita di due mesi di anzianità professionale. E qualche mese prima aveva evitato che il Csm lo allontanasse da Siracusa per incompatibilità, chiedendo il trasferimento in prevenzione ad altra sede.
Nel corso dell'inchiesta, certamente dopo una soffiata il cui autore non è stato scoperto, Longo ha trovato delle cimici piazzate dagli inquirenti nella sua stanza della Procura e, capito di avere il fiato sul collo dei colleghi, ha fatto sparire il cellulare.
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