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Imprenditore di Siculiana: gonfiavo le fatture per pagare il pizzo

Tribunale di Agrigento

SICULIANA. «Ma che ti lamenti a fare? A Porto Empedocle vogliono 1.000 euro a casa. Paga e stai tranquillo». L’imprenditore Carmelo Colletto ha ricostruito in aula, per oltre due ore e mezzo, come gli sarebbe stato imposto il pizzo dal collega di Siculiana, Antonino Gagliano, 50 anni, imprenditore, finito a processo per due accuse di estorsione aggravate dall’agevolazione dell’associazione mafiosa.

«Anche se nella mia carta di identità c’è scritto che sono un muratore – ha esordito Colletto rispondendo al pm della Dda, Federica La Chioma – da venti anni sono amministratore della Edil Sud cooperativa. Mi occupo di costruire fabbricati e poi li rivendo».

La prima ipotesi di estorsione contestata a Gagliano, difeso dagli avvocati Calogero Meli e Giovanni Rizzuti, riguarda la realizzazione di alcuni alloggi a Porto Empedocle. Gagliano aveva raggiunto un accordo con Colletto al quale avrebbe fornito il calcestruzzo prodotto dalla sua impresa.

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