SIRACUSA. In quel labirinto di tubi dove svettano ciminiere, davanti a una delle coste più belle della Sicilia, la magistratura interviene con un provvedimento che a Siracusa non aveva precedenti: il sequestro preventivo di due impianti industriali, lo stabilimento Esso e quelli Isab Nord e Isab Sud del polo petrolchimico, uno dei più importanti d'Europa. L'inchiesta scaturisce dai numerosi esposti e dalle denunce di cittadini, movimenti ambientalisti e istituzioni che lamentano la cattiva qualità dell'aria e la puzza, sottolineando i rischi per la salute in un territorio dove i dati epidemiologici per alcune malattie non sono rassicuranti. "E' una prima risposta alla popolazione in questa materia molto complessa", ha detto il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano. "Una risposta alle innumerevoli istanze che sono arrivate dal territorio sin da quando io mi sono insediato nel settembre 2013. Abbiamo lavorato tantissimo, trovato esperti di livello nazionale con i quali abbiamo concertato le prescrizioni emanate". I sostituti Margherita Brianese, Davide Lucignani e Marco Di Mauro, coordinati dal capo della Procura, al termine di un'indagine scattata due anni fa avrebbero accertato un "significativo contributo al peggioramento della qualità dell'aria dovuto alle emissioni degli impianti". Prevista la restituzione dei beni subordinandola "all'imposizione di prescrizioni per consentire l'adeguamento degli impianti alle norme tecniche vigenti". L'indagine si è avvalsa di una consulenza tecnica collegiale consistita in molteplici audizioni e acquisizioni di dati e documenti. Il sequestro è stato eseguito dal Nictas e dalla Polizia della Procura. Il gip ha dato termine di quindici giorni alle aziende per decidere se aderire o meno alle prescrizioni. "Ci siamo sempre comportati in aderenza alle autorizzazioni che ci sono state rilasciate", è il commento di Claudio Geraci, responsabile risorse umane e relazioni esterne Isab. "Il provvedimento ci è stato notificato poche ore fa e stiamo ancora cercando di capire gli elementi che ci vengono contestati e da dove scaturiscono. Noi abbiamo sempre ottemperato le indicazioni dalle autorizzazioni rilasciate". Mentre la Esso sottolinea che "il provvedimento è subordinato a misure che sono allo studio dei nostri tecnici e lascia attualmente la raffineria nel suo normale assetto operativo". La prima denuncia dei Verdi risale al 2014. Recentemente il Comune di Siracusa era intervenuto nel procedimento per il rilascio dell'Aia a Isab, inserendo alcune prescrizioni per gli impianti, che i verdi ritengono che si basino su dati d'inquinamento non forniti dall'Arpa ma dagli stessi gestori degli impianti. E mentre l'arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo, che da diversi anni si batte per la salvaguardia del territorio e il rispetto della dignità della persona, invita ad una maggiore attenzione dei governanti, Sofia Amoddio e Marika Cirone Di Marco, deputati nazionale e regionale del Pd, chiedono le dimissioni del professor Salvatore Sciacca, presidente del Consorzio industriale protezione ambiente (Cipa), e anche del Registro tumori integrato della Sicilia orientale, incarichi ritenuti incompatibili dalle due rappresentanti dei dem. Da parte sua il professore ha dichiarato "che le sostanze odorigene (principalmente i derivati del solfuro di idrogeno e gli idrocarburi non metanici), avvertite quasi giornalmente dalla popolazione, non rappresentano una fonte di pericolo per la salute umana, ma solo un fastidio".