SIRACUSA. Tre dipendenti dell’ex Provincia di Siracusa sono saliti su una gru montata nel cortile interno di un palazzo in via Malta, uno degli stabili che ospita gli uffici del Libero Consorzio, per protesta, esasperati come i loro 611 colleghi (96 della società partecipata) perché attendono cinque mensilità arretrate. L’ex Provincia di Siracusa, rispetto alle altre della Regione, vive una situazione difficile di quasi dissesto finanziario. In strada gli altri lavoratori hanno bloccato il traffico e un camionista ha aggredito un dipendente che non lo faceva passare. Nella zona ci sono polizia e vigili del fuoco. E’ arrivato anche il commissario straordinario Giovanni Arnone che ha tentato un dialogo con i dipendenti sulla gru. «I dipendenti hanno ragione» ha detto Arnone che ha preannunciato per domani alle 17 un incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta. «Ci sono 26 milioni di euro che la Regione deve distribuire alle ex Province. Se 15 mln venissero destinati solo a Siracusa si eviterebbe il dissesto e verrebbero pagati tutte le mensilità arretrate, assicurando anche quelle prossime», ha detto Arnone. «Nei confronti dei cinquecento dipendenti della Provincia di Siracusa stato compiuto un vero e proprio crimine politico. La più nera delle ingiustizie: costringerli a lavorare ogni giorno privandoli però dello stipendio per cinque mesi. Responsabile il governo Crocetta, che continua a negare a quei lavoratori ciò che invece è stato assicurato a tutti gli altri loro colleghi siciliani». Lo ha detto il deputato Nello Musumeci, dopo avere incontrato a Siracusa il commissario della Provincia Giovanni Arnone e una delegazione di dipendenti provinciali. "Il governo dispone oggi di 26 milioni di euro: ne basterebbero 15 per ridare serenità e dignità a centinaia di famiglie ed impedire il dissesto dell’Ente - ha aggiunto - Sappiano il governatore e il prefetto, ma lo sappiano anche i sindacati, che la esasperazione di quei dipendenti pubblici potrebbe presto esplodere in una incontenibile protesta sociale. Ed allora ognuno risponderà delle proprie responsabilità, commissive e omissive».