SIRACUSA. Quasi sei ore di interrogatorio per Tino Ardita, sentito nella mattinata di ieri dai giudici della Corte di Assise di Siracusa come testimone nel processo che vede alla sbarra il genero Christian Leonardi, l’ex guardia giurata accusata della morte della moglie, Eligia Ardita e della figlia che la donna aveva in grembo. «Quando mia figlia è stata trasportata in ospedale in quella drammatica sera - ha spiegato Tino Ardita – Christian è arrivato dopo al pronto soccorso dell’”Umberto I”».
Il padre della vittima, rispondendo alle domande del pubblico ministero, dei legali di parte civile e di uno dei due avvocati dell’imputato, ha ricostruito i comportamenti tenuti dal genero dal giorno in cui si è consumata la tragedia nell’abitazione di via Calatabiano fino ai giorni successivi. E c’è un particolare che il genitore dell’infermiera ha rimarcato. «Quando abbiamo partecipato alla tumulazione – ha raccontato Tino Ardita – Leonardi era impegnato a fare altro, come recarsi nell’istituto bancario in cui era stato acceso il mutuo per la casa. C’era una questione economica a cui era particolarmente interessato».
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