SIRACUSA. «Occorre abbassare i toni di un conflitto che vede la magistratura coinvolta in un agone politico che non le è proprio, che non cerca e che non vuole». Lo dice il procuratore generale di Catania, Salvatore Scalia, intervenendo sulla procura siracusana che ha subito «gravi attacchi che ne minano la credibilità assumendo l’esistenza di "anomalie" all’interno del Palazzo di Giustizia e, in un crescendo di reciproche accuse, di amicizie tra magistrati e politici che influirebbero sulle indagini e sui processi favorendo ora l’uno ora l’altro dei contendenti». Scalia decide di parlare per «rassicurare l’opinione pubblica che non può che rimanere turbata da tali dichiarazioni» di «esponenti politici e istituzionali di Siracusa» che, «per la loro rilevanza, costituiscono un unicum nel panorama nazionale». Il riferimento del pg è alle vicende del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, che in diverse occasioni ha espresso riserve sull'operato di alcuni magistrati, e al consigliere comunale, Simona Princiotta, che ha attaccato il primo cittadino su alcune sue presunte amicizie con i sostituti siracusani Scalia rivolge un plauso ai magistrati e spiega che il suo intervento non è certo rivolto «ai «contendenti» i quali avranno modo di difendersi nelle sedi opportune 'nel processò e non 'dal processo" e che hanno avuto modo di esternare le loro perplessità a chi scrive, che li ha più volte tutti ricevuti adottando le misure previste dall’ordinamento per evitare, unitamente al Procuratore, anche il semplice sospetto di deviazioni dal regolare iter delle indagini». Il procuratore generale ribadisce con forza che è falso affermare che «le indagini nei confronti di determinati soggetti venissero intenzionalmente affidate sempre allo stesso, o agli stessi magistrati, amici ora dell’uno e ora dell’altro». Infine Scalia assicura che «le indagini verranno condotte e concluse con la maggiore celerità possibile e richiederò al Presidente del Tribunale che i processi che dovessero scaturire dalle indagini in corso vengano trattati con quella sollecitudine che le vicende impongono».