SIRACUSA. Un carico di 32 mila tonnellate di rifiuti speciali spediti dall'Ilva di Taranto e scaricati in provincia di Siracusa, «senza che nessuno ne sapesse nulla e aggirando le decisioni del Parlamento». Lo denuncia il deputato regionale Vincenzo Vinciullo.
«Ieri in commissione Territorio Ambiente, convocata su mia richiesta, è stata fatta chiarezza sull'arrivo, all'insaputa di tutti, di sostanze definite rifiuti speciali ma non pericolosi - dice Vinciullo - Ho contestato il fatto che sia stata disattesa la risoluzione n. 22 della commissione Ambiente che aveva invitato il governo regionale a vigilare affinchè non arrivasse più, senza l'accordo con i soggetti responsabili della provincia di Siracusa, materiale proveniente dall'Ilva di Taranto. In particolare, quello che lascia sbalorditi, è come il ministero, o chi per lui, abbia consentito di aggirare le disposizioni del Parlamento siciliano, facendo sbarcare il polverino a Catania e non più ad Augusta, ricorrendo all'Arpa di Catania, si presuppone, all'Asp di Catania, è sperabile pensare, ma di fatto ,aggirando le disposizioni impartite dalla Commissione parlamentare referente per la Regione».
«E dire, che mentre il ministero dell'Ambiente, sembra essere così solerte verso altre Regioni, quando vengono a scaricare rifiuti speciali in Sicilia - aggiunge - la stessa solerzia non la dimostra quando si tratta di autorizzare la Regione Siciliana a disinquinare l'area di Marina di Melilli, dove una società, ha perfino dichiarato di essere disponibile a bonificare anticipando le risorse e assumendo il personale ex Siteco». In commissione è stata approvata una risoluzione proposta da Vinciullo e firmata anche dalla deputata Pd Marika Cirone De Marco e dal deputato M5s Giampiero Trizzino, che impegna il governo «ad attivarsi immediatamente per bloccare l'arrivo indiscriminato di rifiuti nella nostra Regione e costituire un tavolo di concertazione al fine di creare le condizioni ottimali per gestire i rapporti con lo Stato, rivendicando al contempo, risposte su quelle che sono gli interessi legittimi della Sicilia e dei Siciliani».
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