AUGUSTA. Arriverà lunedì mattina alle 8 al porto commerciale di Augusta nave Libra della marina militare italiana. A bordo 136 migranti di diversa nazionalità, provenienti dal Gambia, Nuova Guinea, Nigeria, Sierra Leone, Senegal, Mali. Tra loro una ventina avrebbero la scabbia ed un migrante sarebbe già stato curato per una ferita pregressa infetta da arma da fuoco al piede sinistro.
È ormai un bollettino quotidiano. Non si ferma la conta dei morti nel Canale di Sicilia. Sono oltre 4.200 dall'inizio dell'anno e ieri altri dieci cadaveri sono stati recuperati a bordo di un gommone a circa 40 miglia dalle coste libiche. Mentre la nave norvegese della missione Frontex ha condotto a Trapani 12 cadaveri, tra i quali quelli di due bambini ed un neonato. A bordo di un'altra nave giunta ieri a Trapani c'era anche un bimbo di soli sei giorni, che è stato trasferito dal 118 in ospedale insieme alla giovane mamma. Si indigna il Papa, che parla di «situazione obbrobriosa» e urla «vergogna!».
Sono state ben 2.185 le persone soccorse al largo delle coste libiche durante una serie di 15 interventi coordinati dalla Guardia Costiera. Alle operazioni hanno partecipato le navi Dattilo e Diciotti della Guardia Costiera, una unità militare spagnola inquadrata nel dispositivo Eunavformed, nave Libra della Marina militare italiana, due mercantile e alcune unità di organizzazioni non governative. E ottobre diventa il mese record per numero di arrivi con oltre 30mila, superando i mesi estivi tradizionalmente più favorevoli alle partenze. Il totale dall'1 gennaio si avvicina così sempre di più ai 170mila registrati nell'anno finora di massimo afflusso, il 2014. Dalle coste libiche sembra esserci un tentativo da parte dei trafficanti di sfruttare gli ultimi giorni di mare favorevole prima dei mesi invernali. L'ammiraglio Enrico Credendino, guida della missione europea anti-scafisti EunavforMed, ha rilevato nei giorni scorsi come dalla Libia facciano partire gommoni praticamente 'usa e getta', di bassa qualità, assolutamente non in grado di raggiungere le coste italiane. Il risultato è così l'aumento dei naufragi e dei morti, con i mezzi di soccorso che intervengono ormai a ridosso delle acque territoriali libiche.
Per Papa Francesco la situazione dei migranti e dei rifugiati è «obbrobriosa e la posso solo descrivere con una parola che mi venne fuori spontaneamente a Lampedusa: vergogna». Si tratta, ha aggiunto, di «folle esiliate» a causa di «un sistema socio-economico ingiusto e di guerre che non hanno cercato, che non hanno creato coloro che oggi soffrono il doloroso sradicamento dalla loro patria, ma piuttosto molti di coloro che si rifiutano di riceverli».
«Bisogna lavorare - ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni - perchè i flussi che arrivano dall'Africa e che continueranno ad arrivare diventino più umani, sicuri, regolari. Bisogna combattere i trafficanti e la settimana prossima sarò in Niger e Mali assieme a Dimitis Avramopulos e cercheremo di coinvolgere questi Paesi nella sconfitta dei trafficanti».
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