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Accusato di favoreggiamento all'immigrazione, prete di Siracusa prosciolto e risarcito

SIRACUSA. Prima il proscioglimento e adesso l'ordinanza di ingiusta detenzione ed il risarcimento di 10.800 euro. Si chiude così definitivamente la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista padre Carlo D'Antoni, sacerdote di Siracusa rimasto ingiustamente coinvolto il 9 febbraio 2010 con altre 13 persone nell'inchiesta della Procura di Siracusa e della Direzione Antimafia di Catania.

Padre Carlo, da anni in prima linea nell'accoglienza ai migranti, venne arrestato e posto ai domiciliari con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'illecita permanenza di stranieri nel territorio dello stato italiano, falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a pubblico ufficiale.

«La Corte ha ritenuto di accogliere la domanda di risarcimento: si tratta però di una cifra troppo simbolica rispetto al torto subito da padre Carlo ed al danno morale e di immagine» hanno dichiarato gli avvocati Sofia Amoddio e Marzia Capodieci. Padre Carlo era stato prosciolto dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Siracusa, nel 2014, per non aver commesso il fatto.

«La vicenda che colpì il sacerdote siracusano suscitò parecchio scalpore - aggiungono gli avvocati - per via delle accuse molto gravi che gli furono mosse ma che si rivelarono del tutto infondate. Padre Carlo è un sacerdote di frontiera, un uomo che sa donarsi senza limiti, sempre schierato dalla parte degli ultimi e con la sua parrocchia ha portato avanti azioni in favore dei poveri e degli immigrati impartendo a tutti una
grande lezione di umanità e di accoglienza».

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