SIRACUSA. Uomini e donne che vivono nella povertà spirituale e materiale, nell'indigenza e senza lavoro. È a loro che va il pensiero dell'arcivescovo Salvatore Pappalardo nel suo tradizionale messaggio di auguri per la Pasqua a ”quella povertà che si tocca con mano e che deve farci aprire gli occhi”.
«La croce di Cristo si vede in chi è in condizioni di miseria - ha spiegato l'arcivescovo - e per questo vorrei che la Chiesa e quanti si dicono cristiani sappiano testimoniare la misericordia di Dio verso queste persone». E proprio la misericordia, la riconciliazione che caratterizza questo anno giubilare è un percorso che per l'arcivescovo va costruito ogni giorno. «Il gesto che Gesù fa durante la cena - ha sottolineato - quando si alza da tavola per la lavanda dei piedi è un segno di umiltà per dimostrare che era venuto non per essere servito ma per servire».
Un invito che Pappalardo rivolge quindi anche alla Chiesa. «Il Papa scrive che la credibilità della Chiesa passa attraverso le strade dell'amore misericordioso e compassionevole - ha rilevato -, il resto se non trova corrispondenza in questo non porta a nulla». Pappalardo, che oggi celebrerà alle 11,30 in Cattedrale la messa della Pasqua, ha voluto dare una lettura speciale a questo anno giubilare, sottolineando di aver concluso giovedì la visita pastorale iniziata nel 2011: ha ricordato l'apertura di un monastero a Ferla e la consacrazione di sei nuovi sacerdoti.
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