CARLENTINI. E' stato il giorno del dolore e del silenzio per i familiari di Salvatore Failla e Fausto Piano, i tecnici della Bonatti uccisi otto giorni fa in Libia dopo essere stati sequestrati con altri due colleghi nel luglio scorso. I funerali delle due vittime, trucidati in uno scontro a fuoco dai contorni non ancora chiariti nella regione di Sabrata, si sono svolti quasi in contemporanea nei rispettivi paesi d'origine: a Carlentini, in provincia di Siracusa, e a Capoterra, nel cagliaritano. Esequie in forma privata per espressa volontà delle famiglie, che hanno rifiutato la cerimonia di Stato. Accanto alle vedove e ai figli di Failla e Piano si sono stretti anche i due operai scampati alla morte dopo essere riusciti a liberarsi il giorno dopo l'eccidio: Filippo Calcagno, che da Piazza Armerina ha raggiunto Carlentini, e Gino Pollicardo, che dalla Liguria è volato in Sardegna. A Carlentini, dove l'amministrazione comunale ha proclamato il lutto cittadino, centinaia di persone hanno sfilato fin dalle prime ore del mattino davanti all'altare della Chiesa di Santa Tecla, dove era stata allestita la camera ardente. Al rito funebre ha assistito anche il Governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che però non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione: "E' un momento di dolore - ha detto - e il dolore va rispettato". I funerali sono stati celebrati dall'arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, che nella sua omelia ha invitato i fedeli a pregare "perché il Signore dia conforto e consolazione ai familiari che si sono visti strappare in maniera tragica il loro caro dalle mani violente di qualcuno". Ad ascoltare le parole del presule, sedute in prima fila, la vedova di Failla, Rosalba Scorpo, e le due figlie, Erika, di 22 anni, ed Eva, di 14. L'uscita del feretro dalla Chiesa è stata accompagnata da un lungo applauso e dalle grida strazianti della mamma di Failla, Pina: "Ridatemi mio figlio, perché me l'hanno ucciso?". Un dolore analogo a quello della famiglia Piano che ha seguito in silenzio il rito funebre, celebrato dall'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio nel Palazzetto dello sport di Capoterra. Una struttura che pure non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto manifestare il loro cordoglio alla moglie dell'operaio, Isabella, e ai figli Giovanni, Maura e Stefano. Al termine della cerimonia tutto il paese ha voluto salutare i familiari. Nonostante la fitta pioggia in migliaia hanno seguito il feretro nel tragitto verso il cimitero. Durante il corteo funebre tante strette di mano anche a Gino Pollicardo, che non ha mai abbandonato nemmeno per un attimo i familiari del collega ucciso. Nessuna parola con i giornalisti per rispettare la linea del silenzio. Poi, nel cimitero di Capoterra, così come in quello di Carlentini, l'ultimo saluto a Fausto e Salvatore, vittime innocenti di una tragedia ancora senza risposte.