SIRACUSA. Il caso di Eligia Ardita si arricchisce di un nuovo capitolo. La famiglia della donna uccisa un anno fa nella sua abitazione, in via Calatabiano, ha presentato una denuncia in merito ad una presunta acquisizione di denaro da parte del marito della donna, Christian Leonardi, indagato per omicidio volontario ed interruzione di gravidanza dalla Procura. I genitori chiedono che i magistrati facciano chiarezza sugli stipendi di Eligia, infermiera del pronto soccorso dell’ospedale, finiti, secondo la loro ricostruzione, nelle mani del consorte. Intanto, gli stessi parenti hanno dichiarato che si costituiranno parte civile nel processo che vedrà alla sbarra il marito della vittima ma si attende ancora la decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale sulla richiesta di giudizio immediato inoltrata l’11 gennaio scorso dal procuratore aggiunto Fabio Scavone.
Ma c’è un altro problema, quello del difensore dell’indagato, che è stato abbandonato dai suoi legali, prima da Giovanni Flora e poi da Aldo Scuderi mentre l’ultimo a rinunciare è stato Umberto Di Giovanni. Il fratello, Pierpaolo Leonardi, dopo averlo convinto a confessare il suo terribile delitto, non lo ha più visto e sentito. Un uomo solo, insomma, che si ritrova rinchiuso in una cella del carcere di Cavadonna dal 19 settembre, giorno della sua deposizione, prima ai carabinieri e poi ai magistrati, tranne una ”parentesi” di oltre un mese e mezzo nel penitenziario di San Vittore, a Milano. E proprio qui che il procuratore aggiunto, insieme ai miliari del comando provinciale, si era recato per un nuovo interrogatorio ma, quasi a sorpresa, Leonardi decise di avvalersi della facoltà di non rispondere.
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