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Natale, Pappalardo con i detenuti: siamo con chi ha bisogno

SIRACUSA. Un Natale con i detenuti perché «il cuore della diocesi è con chi ne ha bisogno». A pochi giorni dall'apertura della porta santa in Cattedrale per l'inizio del giubileo della Misericordia, l'arcivescovo Salvatore Pappalardo ha rivolto i propri occhi verso «chi è più debole». Ed è per questa ragione che monsignor Pappalardo ha deciso di trascorrere il giorno di Natale nel carcere di Brucoli, insieme ai detenuti e al personale della struttura penitenziaria.

«Il numero di persone che hanno bisogno -ha sottolineato l' arcivescovo - si allarga ogni giornO di più e noi dobbiamo essere pronti a dare loro tutto il nostro sostegno e il nostro contributo per alleviare le sofferenze di tante persone. Mi preme ringraziare il direttore del carcere di Brucoli Antonio Gelardi e tutto il personale della struttura perché nonostante sia un giorno di festa mi daranno la possibilità di poter incontrare i detenuti».

Non è un caso che la Caritas diocesana, già impegnata in tanti progetti rivolti a un numero sempre più ampio di persone in grande difficoltà, stia lavorando proprio a un progetto rivolto ai detenuti perché «il nostro cuore diventano le persone più bisognose».

Monsignor Pappalardo che ha citato un lungo passo della bolla di indizione del giubileo scritta da Papa Francesco ha anche ricordato che «ogni cristiano nella propria quotidianità, nella propria vita e nella professione deve impegnarsi in opere di misericordia» perché c' è «tanta umanità segnata dalla malattia non solo fisica ma anche spirituale».

Come già fatto nei giorni della festa di Santa Lucia, monsignor Pappalardo ha ricordato che «come la Patrona viene incontro a noi e si fa nostra compagna di viaggio per farci partecipi della luce e della grazia di cui gode nella gloria del Signore» così «ciascuno di noi deve andare incontro agli afflitti».

L'arcivescovo ha poi lanciato una esortazione per l'anno santo che si chiuderà a novembre del 2016. «In quest' anno - ha detto l' arcivescovo - dobbiamo impegnarci tutti a diventare testimoni del Vangelo e ad annunciare e portare la misericordia nei nostri rapporti quotidiani con gli altri. Noi veniamo raggiunti dalla misericordia di Dio e il nostro impegno deve essere quello di diventare operatori della misericordia».

Nel messaggio di Pappalardo anche una citazione di San Giovanni Paolo II che aveva spinto tutti «a dare luogo alla fantasia della carità». «Ciascuno di noi, ogni cristiano - sono state le parole dell' arcivescovo - può dare luogo a questa fantasia della carità perché la Chiesa vive con partecipazione le sofferenze di tante persone».

Una Chiesa che, come già ribadito nei giorni scorsi, «si fa prossima a tutti gli uomini, le donne del nostro tempo, e tra questi predilige i poveri, gli immigrati, i senza tetto, gli emarginati». L' arcivescovo ha poi voluto chiudere il tradizionale incontro con gli operatori dell' informazione con un augurio rivolto a tutta la città.

«Spero - ha concluso monsignor Pappalardo - che ciascuno di noi possa vivere una nuova condizione, possa sentirsi più amato dagli altri e realizzato nella propria vita personale così come nella professione. Mi auguro anche che ciascuno di noi si impegni per diventare testimone della misericordia rivolge la propria attenzione a chi è più debole».

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