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Priolo, Versalis: si ferma la zona industriale

PRIOLO. Attività paralizzata e impianti al "minimo tecnico" all' interno dell' area «Versalis», nella zona industriale di Priolo. Sono state queste le conseguenze dello sciopero dei cinquecento lavoratori impegnati all' interno del sito chimico di proprietà dell' Eni, che è iniziato ieri mattina con un volantinaggio davanti alle portinerie e lungo l' ex strada statale 114 ed è proseguito con presidi ai varchi di accesso dello stabilimento, bloccando per l' intera giornata di ieri i cicli di produzione dell' etilene.

«No alla cessione» La mobilitazione promossa dalle segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, ha avuto un' adesione di oltre il 98 per cento, secondo i sindacati, che protestano contro la volontà di Eni di cedere le quote azionarie della «Versalis» ad un fondo di investimento statunitense.

A rischio, secondo Filctem, Femca e Uiltec, sarebbe oltre all' incertezza sul piano industriale, soprattutto il completamento del piano di investimenti da oltre 400 milioni di euro avviati da Eni su Priolo. «Abbiamo voluto dare un segnale all' azienda nonostante il veto che ha tentato di imporre sullo sciopero - ha spiegato il segretario della Filctem, Mario Rizzuti- non permetteremo ad Eni di abbandonare il territorio».

Preoccupazione espressa anche da Sebastiano Tripoli, segretario della Femca. «Non condividiamo il pia nodi Eni di cedere le proprie quote ad un fondo di investimento ha detto Tripoli - senza avere garanzie sul progetto per Priolo. A rischio c' è un settore trainante per l' economia del territorio».

Critiche contro l'atteggiamento dell'azienda giungono dal segretario della Uiltec, Emanuele Sorrentino. «Si è tentato di mettere in discussione il diritto allo sciopero ha ribadito Sorrentino - chiediamo ora un confronto perché si rive dala scelta dell' Eni».

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