SIRACUSA. Dopo poco più di quattro giorni sono tornati in strada a protestare: i lavoratori della Forestale ieri mattina si sono riuniti davanti alla Prefettura. Ieri era infatti il giorno previsto per la ripresa delle attività nei cantieri, almeno in base alle rassicurazioni che erano state fornite agli operai venerdì con la firma della delibera Cipe.
Ma la Regione non avrebbe inviato le risorse necessarie per completare le giornate lavorative e quindi da ieri di nuovo protesta. Molti operai fanno parte dei cantieri di Palazzolo, ma anche di Ferla e Buccheri che fino alla scorsa settimana avevano occupato pacificamente le aule consiliari dei comuni.
«Siamo con le spalle al muro - racconta una lavoratrice Giuseppa Nitto - noi non vogliamo l'elemosina ma il lavoro». «Siamo diventanti - aggiunge Nunzia Pirruccio, un'altra lavoratrice - dei pupi della politica tra Roma e la Sicilia».
Ad accompagnare i lavoratori anche i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno incontrato il prefetto Armando Gradone. A giustificare il mancato avvio dei cantieri era stata la Regione: a causa dello sforamento del Patto di stabilità, non potevano essere registrati i decreti. «Mentre la politica continua a litigare per le poltrone - osserva Giusy Trigili una lavoratrice - noi siamo ostaggio della politica inadempiente».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia