SIRACUSA. «Il gip ha riconosciuto la gravità degli indizi a carico dei genitori della ragazza turca, dunque l’impianto accusatorio resta intatto».
Così il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano, sull’inchiesta che ha portato all’arresto di Birol Durtuc, 40 anni, e di Yasemin Durucan, 36 anni, accusati del sequestro della figlia, Aysegul, 19 anni. Secondo i magistrati e la polizia, la ragazza, con l’inganno, sarebbe stata spinta a recarsi in Turchia dove sarebbe rimasta con la forza per essere piegata alle tradizioni locali. «Il gip ha deciso di scarcerare la coppia solo perché non sussistono pericoli di fuga, inoltre è stato disposto un divieto di avvicinamento al domicilio della persona offesa ma ribadisco che restano solidi gli indizi a loro carico» spiega ancora il capo della Procura, Francesco Paolo Giordano.
L’elemento di frattura tra i genitori e la figlia, secondo l’accusa e soprattutto gli amici, in particolare l’amica, Chiara, ed il fidanzato Antonio, è rappresentato dalle abitudini occidentali della ragazza. In particolare, la famiglia non avrebbe apprezzato le confessioni d’amore della figlia nei confronti del precedente fidanzato. E sarebbe stata la stessa amica a sostenere che ad Aysegul le sarebbe stato anche proibito di indossare i jeans che metteva solo nel bagno della scuola per poi sfilarli quando faceva ritorno a casa.
Per convincerla a partire in Turchia le sarebbe stato riferito di un grave incidente in cui era rimasto vittima suo fratello, Omar. In un messaggio vocale, Aysegul avrebbe spiegato all’amica che era costretta ad andare per dare un aiuto concreto.
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