PRIOLO. Ha infranto il muro del silenzio che aveva eretto subito dopo l'arresto e ha fornito dapprima al pubblico ministero Margherita Brianese, alla quale dal carcere ha chiesto di essere interrogato alla vigilia dell'udienza di convalida, e poi ieri al gip del tribunale Michele Consiglio, che ha confermato l'arresto, una versione a propria discolpa sollecitando un'integrazione probatoria a conferma di quanto dichiarato, il priolese Francesco Garofalo, 26 anni, posto in stato di fermo dalla polizia assieme al complice Angelo Sferrazzo, 42 anni, con l'accusa di concorso nell'uccisione del novantenne Sebastiano Liottasio, avvenuta nella notte tra domenica e lunedì scorsi nella sua abitazione di Priolo durante una rapina.
L'indagato, che ha affidato la propria difesa all'avvocato Domenico Mignosa, si è dichiarato estraneo al delitto pur confermando di essersi introdotto assieme ad Angelo Sferrazzo nell'abitazione del pensionato nel cuore della notte al fine di impossessarsi degli oggetti di valore custoditi in casa. "Ci siamo subito accorti - ha detto l'uomo nel corso dell'interrogatorio di garanzia - che nell'appartamento non c'era niente da prendere. Così io mi sono allontanato e sono andato via mentre Sferrazzo è rimasto". Quello che sarebbe accaduto subito dopo lo racconta lo stesso indagato e la sua dichiarazione suona come un atto di accusa nei confronti del complice. "Non vedendo uscire Sferazzo dall'abitazione sono ritornato nella casa - ha proseguito Garofalo - e ho visto il vecchietto disteso per terra che si lamentava e Sferrazzo che gli stava di sopra. A quel punto gli ho urlato di lasciare stare il pensionato e di andare via subito ma ho ottenuto soltanto una risposta che non ho compreso. Sono scappato lasciandolo lì".
L'indagato ha proseguito la sua ricostruzione sostenendo di essersi allontanato di circa duecento metri dall'abitazione del pensionato e di essersi intrattenuto a discutere a lungo con tre persone che conosceva, incontrate per caso, prima di fare rientro a casa. "Non ho saputo più nulla - ha detto infine Garofalo - nè ho sentito Sferrazzo nelle ore successive se non al momento dell'arresto".
Una versione che non ha trovato sin qui alcuna conferma nelle dichiarazioni rese dal coindagato.
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