AUGUSTA. "Realizzare un "hotspot", ovvero un centro permanente per l'identificazione dei migranti all'interno del porto commerciale di Augusta è incompatibile con la pianificazione strutturale della rada megarese e con il suo sviluppo". È quanto hanno ribadito il comitato portuale durante l'ultima recente riunione e il commissario dell'Autorità portuale, Alberto Cozzo dopo la richiesta del nulla osta a realizzare l'opera avanzata al ministero delle Infrastrutture da parte del prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del ministero dell'Interno, che nei mesi scorsi aveva anche visitato il porto e la tendopoli della Protezione civile allestita per la prima accoglienza dei migranti. Pur fatti salvi i doveri di accoglienza sia il comitato che il commissario hanno assunto una posizione comune esprimendo, anche in una lettera inviata dal commissario al ministero delle Infrastrutture, forti dubbi e perplessità sull'ipotesi che all'interno del perimetro della rada possa nascere uno dei sei centri di identificazione permanenti in Italia, che il ministero dell'Interno intende realizzare da qui a breve. Per il comitato e per Cozzo, che ha suggerito di spostare l'"hotspot" fuori dal porto, nella zona ex Asi, ad esempio dove ci sono tanti capannoni dismessi e non utilizzati, sarebbe infatti un controsenso che da un lato la Comunità europea finanzia importanti e multimilionari interventi di adeguamento delle banchine per le attività di sviluppo commerciali mentre dall'altro alcune di queste banchine vengono utilizzate per l'accoglienza dei migranti. "Inoltre - aggiunge Cozzo- si porrebbe il problema della sicurezza perchè si verrebbe a creare una zona franca dai controlli, incompatibile con il regime di sicurezza che connota il porto".