PRIOLO GARGALLO. Gli interrogatori da parte dei carabinieri e il completamento delle procedure per l’identificazione degli indagati. È su questi due fronti che si sta muovendo la Procura per fare luce sulla morte di Vincenzo Guercio, l’operaio metalmeccanico di 63 anni morto venerdì all’interno dell’impianto della «Coemi» a Priolo. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano e dal sostituto procuratore Tommaso Pagano e condotta sul campo dai carabinieri della stazione di Priolo. «Come avvenuto per l’incidente di mercoledì mattina in un altro stabilimento della zona industriale - ha spiegato Giordano – anche in questo caso stiamo procedendo con l’identificazione delle persone da iscrivere nel registro degli indagati. È un passaggio di garanzia soprattutto in vista degli esami irripetibili che dovremo effettuare nei prossimi giorni». Il procuratore spiega anche che rispetto all’incidente che ha portato alla morte di Michele Assente e Salvatore Pizzolo, i due operai della ditta «Xifonia» che hanno perso la vita dentro un serbatoio di etilene nell’impianto ex «Icam» del gruppo Eni a Melilli, in questo caso ricostruire quanto accaduto dovrebbe essere più semplice.