SIRACUSA. Il Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina presso la Procura di Siracusa ha posto in stato di fermo tre presunti scafisti nell'ambito dello sbarco di 283 profughi dalla nave militare tedesca Schleswig - Holstein avvenuto ieri ad Augusta. Tra di loro vi sono anche gli 88 superstiti dell'ultimo naufragio avvenuto mercoledì mattinadavanti alle coste libiche che, secondo le testimonianze concordi raccolte dagli operatori delle associazioni umanitarie, sarebbe costato la vita a una quarantina di migranti. Una cifra che viene però ridimensionata dal Procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano. «Riteniamo che i migranti annegati non siano più di una quindicina». «Dagli interrogatori dei superstiti - spiega Giordano - abbiamo potuto ricostruire la vicenda. Le persone sarebbero finite in mare durante le operazioni di soccorso, quando il gommone aveva già cominciato a imbarcare acqua: probabilmente non è stata calcolata bene la distanza con la nave mercantile che li ha recuperati». Il procuratore ha confermato l'apertura di un'inchiesta «ma al momento si escludono responsabilità da parte di terzi; stiamo comunque approfondendo la vicenda per capire se ci sono altri profili e poi agiremo di conseguenza». Non avrebbero calcolato bene la distanza fra il gommone e la nave mercantile e si sarebbero gettati in acqua, annegando mentre cercavano di raggiungere la salvezza. Sembra essere questa la ricostruzione più attendibile di quanto successo due giorni fa nelle acque libiche. Una trentina i migranti morti - come spiega il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, che in precedenza aveva parlato di una quindicina di deceduti - prima di raggiungere la nave, e tra loro anche i due scafisti del gommone. Il lavoro del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina continua per accertare la dinamica e già sono stati individuati gli scafisti degli altri due gommoni.