PACHINO. Una lotta tra un gruppo storico ed un gruppo emergente per il controllo del territorio. Criminalità organizzata pronta a fare il salto di qualità. È l'analisi fornita questa mattina dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano in merito ai fatti di sangue che hanno visto Pachino, città del pomodorino, in provincia di Siracusa al centro di una faida. «Nel 2014 avevamo avuto piccoli segnali - ha detto il procuratore -. Poi a marzo ed aprile i tre episodi tra i due gruppi che volevano contendersi il mercato degli stupefacenti e controllare il territorio per detenere potere». Giordano ha ribadito la sinergia tra polizia e carabinieri soprattutto che ha portato a dare una risposta immediata.
Il primo episodio risale al 28 marzo: l'omicidio di Paolo Forestieri, colpito da un colpo di fucile davanti ad un locale in contrada Maucini. Grazie alle immagini dell'impianto di video sorveglianza del locale e ad alcune testimonianze, si chiude il cerchio su tre giovani che braccati si costituiscono. Sono Luca Matarazzo, che spara il colpo mortale, Enrico Dimaiuta e Fabrizio Dipasquale. Con quest'ultimo il pomeriggio dell'omicidio Forestieri aveva avuto una lite. Il 6 aprile, alle 11, il tentato omicidio di Antonino Dimaiuta, padre di Enrico, colpito da diversi colpi alle gambe. Dopo poche ore le forze dell'ordine arrestano Giovanni Vizzini ed in serata si costituisce il padre Corrado (cugino e zio di Forestieri). Infine la sera del 9 aprile gli spari di fucile contro un auto sulla quale si trovano due uomini: solo uno è vicino a Vizzini, mentre l'altro è estraneo ai due gruppi. Proprio quest'ultimo viene colpito alla spalla ed al viso. In serata i carabinieri arrestano il commando di due uomini: Gabriel Segovia ed Emanuele Matarazzo, padre di Luca. «Grazie all'attività dei due sostituti Salvatore Grillo e Magda Guarnaccia - ha continuato il procuratore - abbiamo coordinato lo splendido lavoro degli investigatori. Una risposta efficace ed immediata. Sembra ci siano due fattori scatenanti: la mancanza di un leader carismatico a livello criminale che possa governare liti e conflittualità ed il desiderio di affermare determinate situazioni in maniera pesante e violenta. Possiamo supporre che sianomattori di una scenario ancora più grosso».
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