NOTO. Non è stato ancora sentito il gestore dell’agriturismo, in contrada Calamosche, devastato dall’incendio ma il suo interrogatorio è solo questione di ore. Saranno gli agenti del commissariato di polizia, che coordinano le indagini, a sentire l’imprenditore, originario di Avola, non nuovo ad un danneggiamento con il fuoco. Gli inquirenti, al comando del dirigente, Giuseppe Grienti, stanno scavando nella vita, privata e professionale, del titolare dell’attività turistica, ma, per il momento, le carte non sono state inviate ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania. Insomma, non sarebbero stati riscontrati elementi da ricondurre l’episodio, in modo inequivocabile, ad un avvertimento del racket delle estorsioni o comunque di Cosa Nostra.
Poco dopo lo scoppio dei tre roghi, che hanno creato danni ad un’abitazione di circa 100 metri quadrati, ad un magazzino di 40 metri quadrati, il cui tetto è crollato, e ad un immobile in fase di ristrutturazione, i sospetti erano caduti su un messaggio di matrice mafiosa ma la polizia, con il passare delle ore, preferisce mantenere una linea abbastanza prudente.
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