SIRACUSA. Nessuna denuncia nel 2015, solo 5 nell’anno passato. Sono i numeri sull’usura forniti dal coordinamento delle associazioni antiracket ed antiusura che testimoniano un fenomeno assai difficile da stanare. Tra coloro che hanno avuto il coraggio di ribellarsi ai ”cravattari” ci sono anche un commerciante ed un imprenditore, che, per ripagare i loro debiti, un prestito iniziale di poche migliaia di euro cresciuto al ritmo di tassi di interessi ben oltre il 120 per cento, sono stati costretti ad impegnare le loro proprietà. Prima di toccare il fondo del barile, hanno deciso di bussare alle porte di Paolo Caligiore, il leader provinciale delle associazioni antiusura, che ammette la difficoltà nell’arginare un problema in crescita esponenziale dopo la chiusura dei rubinetti del credito da parte delle banche. Ed in città, il mercato dell’usura è in mano ad esponenti della cosiddetta zona grigia. «Sono professionisti del credito – precisa Paolo Caligiore, coordinatore delle associazioni antiracket ed antiusura della provincia - ma abbiamo notato, sull’esperienza delle vittime, che l’usura è spesso accompagnata dall’estorsione. Insomma, gli strozzini, nel pretendere i soldi con quegli interessi insormontabili, fanno uso di pressioni, e non solo psicologiche, per mettere all’angolo i debitori. Si tratta di una fase del tutto nuova rispetto a quello che accadeva qualche anno fa ma, per il momento, sul capoluogo non si avvertono segnali di Cosa Nostra».
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