SIRACUSA. «La crisi della zona industriale e l’emergenza immigrazione hanno messo in un piano inferiore la lotta al racket delle estorsioni». Parole amare quelle pronunciate dal coordinatore provinciale delle associazioni antiracket, Paolo Caligiore, dopo la visita in città del presidente della Commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi.
A proposito di «Cosa nostra», l’esponente nazionale del Pd ha spiegato, nel corso della conferenza stampa nell’aula del consiglio provinciale, che, in questo territorio, ci sono organizzazioni criminali che usano metodi mafiosi. Insomma, una mafia ”babba” ma che, comunque, tra la fine dell’anno scorso e l’inizio del 2015 ha collezionato ripetuti avvertimenti, come è accaduto ad un panificatore, a cui un paio di mesi fa sono stati lasciate due taniche di benzina con altrettanti messaggi. Quell’intimidazione si è conclusa poi con l’arresto dei carabinieri di due presunti estortori, Davide Pincio e Maurizio Bianchini.
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