SIRACUSA. Un'indagine per individuare i responsabili delle due strage di cani degli ultimi 15 giorni. Dopo aver annunciato la denuncia di quanto accaduto, l'amministrazione comunale è passata ai fatti concreti aprendo un'indagine sui due bruttissimi episodi registrati in contrada Serramendola e al Plemmirio. Spetta adesso agli uomini della polizia ambientale, guidati dal comandante Romualdo Trionfante, fare luce sull'avvelenamento di undici cani, sette a Serramendola e 4 al Plemmirio. Un bilancio, va detto, che soprattutto per quanto riguarda il Plemmirio potrebbe anche non essere definitivo. «Stiamo ancora avviando l'indagine - ha spiegato Trionfante -. In questo momento posso dire che, come emerso dagli esami effettuate sulle carcasse degli animali, certamente i sette cani trovati in contrada Serramendola sono stati avvelenati con un pesticida per lumache». Secondo quanto scoperto dagli esperti dell'istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, il veleno sarebbe stato utilizzato in quantità rilevanti e messo probabilmente dentro alcuni bocconi di cibo dato poi ai cani. Un'azione che non avrebbe lasciato scampo ai poveri animali attratti da quelle polpette. Gli esami sulle carcasse ritrovate al Plemmirio sono invece ancora in corso ma il sospetto è che anche in questo caso sia stato utilizzato lo stesso metodo per uccidere gli animali. Dei quattro cani trovati morti al Plemmirio uno era un cane di quartiere di proprietà del Comune, due non erano microchippati e uno invece era un cane di proprietà con tanto di microchip ma evidentemente lasciato libero dai proprietari. Per quanto riguarda le indagini, non è escluso che gli agenti della polizia ambientale possano anche utilizzare dei filmati ripresi da alcune telecamere di videosorveglianza presenti al Plemmirio. Sul fenomeno del randagismo è intervenuta Doretta Pantano, un funzionario del Vermexio. «Il problema principale - ha spiegato Pantano - è che nonostante l'opera di sterilizzazione portata avanti dal Comune, ci sono troppi abbandoni di cani e cuccioli. Una situazione che fa aumentare il numero dei cani randagi e che rende più complicato tenere sotto controllo la situazione. Per interventi più incisivi sono necessarie le risorse economiche che speriamo arrivino presto». Sulla vicenda è intervenuto anche Daniele Ciurcina, consigliere di Neapolis, che lancia un appello. «È stato uno sterminio brutale - ha dichiarato Ciurcina, esponente di ”Sel” -. In consiglio ci è giunta la richiesta, da parte di alcuni volontari dell’”Oipa”, l’Organizzazione internazionale protezione animali, per individuare un terreno libero e recintato da utilizzare per riunirvi all’interno i cani randagi. In questa maniera potrebbero essere tenuti sotto controllo».