SIRACUSA. È stato travolto dall’emozione, don Aurelio Russo, il parroco della chiesa della Madonna della Roccia, dove ieri mattina sono stati celebrati i funerali di Eligia Ardita, l’infermiera di 35 anni morta all’ottavo mese di gravidanza dopo un malore durante il trasporto in ospedale. Nella bara, sommersa dai fiori e dalle foto, c’era anche la piccola Giulia, deceduta nel grembo della madre, nonostante i tentativi dei medici dell’«Umberto I» di salvarla.
Il sacerdote si è commosso nel corso della sua omelia, del resto conosceva bene la vittima ed il marito Christian, che, qualche anno fa, si erano sposati proprio nella stessa chiesa ed a celebrare il matrimonio era stato lui. Sono state tantissime le persone, tra parenti ed amici, che ieri hanno voluto tributare l’ultimo saluto alle due vittime, sul cui decesso è stata aperta un’inchiesta della Procura per omicidio colposo. Ha voluto prendere la parola, prima della fine della funzione religiosa, il primario del pronto soccorso dell’ospedale «Umberto I», Carlo Candiano, che conosceva bene Eligia Ardita. Hanno lavorato insieme e durante il suo intervento il medico ha speso parole di elogio per l’infermiera, definita instancabile e sempre disponibile verso i pazienti. I medici ed i colleghi hanno affisso all’ingresso del reparto un cartello in cui manifestano il loro lutto, segno del legame, affettivo e professionale, con la trentacinquenne. La bara è stata portata a spalla dal marito, dal fratello e dalle persone più vicine alla donna, che è stata salutata dagli applausi e poi dall’Ave Maria di Schubert.
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