SIRACUSA. L’inchiesta sulla morte della donna in stato di gravidanza si concentrerà sull’intervento di primo soccorso del «118». È quanto emergerebbe dopo l’autopsia sulla vittima, Eligia Ardita, 35 anni, che è stata eseguita nel pomeriggio di ieri nell’obitorio dell’ospedale. L’esame è stato compiuto anche sulla piccola, deceduta qualche minuto dopo la madre, nonostante il tentativo dei medici dell’«Umberto I» di salvarla: non le sarebbe più arrivato l’ossigeno e da li a poco la morte l’avrebbe portata con se. Il sostituto, Magda Guarnaccia ha iscritto tre persone nel registro degli indagati ed insieme ai suoi consulenti sta provando a ricostruire le ultime ore di vita della trentacinquenne, che era ormai prossima a dare alla luce la piccola Giulia, in quanto era giunta all’ottavo mese di gravidanza.
I riflettori della Procura si sono accesi sui minuti in cui la donna ha avvertito dei dolori mentre si trovava in camera da letto, insieme al marito, nella casa in via Calatabiano, nel cuore del rione Santa Panagia. È stato chiesto l’intervento di un’ambulanza per il trasporto all’«Umberto I» ma la trentacinquenne, in quei momenti assai concitati, avrebbe vomitato. È stata soccorsa dal personale del 118 che, però, a causa della mancanza di un ascensore nella palazzina, avrebbe voluto il supporto dei vigili del fuoco. Sono stati i pompieri del comando provinciale a trasferire la donna dal suo appartamento, posto al secondo piano, all’ambulanza ma la donna si sarebbe aggravata rapidamente ed il suo respiro si sarebbe fatto sempre più corto fino ad arrestarsi. Gli inquirenti vogliono scoprire le ragioni per cui l’infermiera ha subito una crisi così rapida e qualcosa sarebbe emerso nel corso dell’autopsia di ieri mattina ma serviranno degli altri elementi per trasformare i sospetti in certezze. Gli esami istologici daranno un contributo importante alla Procura ma ci vorranno parecchi giorni prima di avere il responso. È probabile, insomma, che Eligia Ardita si sarebbe potuta salvare mentre il tempo trascorso per attendere l’arrivo dei vigili del fuoco potrebbe essere stato determinante per la sorte di Giulia.
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