SIRACUSA. La diocesi piange la scomparsa di monsignor Vincenzo Calvo. Si è spento ieri mattina, all’età di 78 anni, l’anziano sacerdote, nato a Sortino, che ha legato la propria vita al seminario arcivescovile, al Santuario della Madonna delle lacrime e a Santa Lucia. Ieri, nei saloni delle opere pastorali del tempio mariano, è stata allestita la camera ardente con tanti sacerdoti e fedeli che hanno voluto rendergli omaggio. Oggi pomeriggio, invece, alle 15,30, nella cripta del Santuario della Madonna della lacrime sarà l’arcivescovo Salvatore Pappalardo a presiedere i funerali. Monsignor Calvo, dopo essersi laureato in Giurisprudenza, è stato ordinato sacerdote nel 1969 all’età di 33 anni e nel 1978 è stato nominato rettore del seminario arcivescovile, dopo essere stato anche vicerettore. Proprio la formazione dei sacerdoti e dei giovani è stata una delle ”missioni” di monsignor Calvo che ha guidato il seminario per 12 anni, fino al 1990. «Amava tanto stare con i suoi seminaristi - racconta padre Luca Saraceno, rettore del Santuario della Madonna delle lacrime -. Per me come per tanti altri sacerdoti è sempre stato un punto di riferimento». La vita di monsignor Calvo, che è stato anche docente di religione al liceo classico «Tommaso Gargallo», è legata però anche alla Patrona perché per molti anni ha ricoperto l’incarico di tesoriere della Deputazione della Cappella di Santa Lucia. Un altro legame molto forte che lo ha portato, nonostante le non perfette condizioni fisiche, a voler essere presente nei giorni della permanenza in città del corpo di Santa Lucia sia alla messa in Santuario che alla processione delle reliquie della martire siracusana. Negli ultimi 24 anni, subito dopo aver lasciato il seminario arcivescovile, monsignor Calvo ha svolto il proprio ministero sacerdotale al Santuario della Madonna delle lacrime dove è stato anche amministratore e successivamente penitenziere. «È una figura bella, discreta e umile che mancherà alla chiesa siracusana - ha aggiunto padre Saraceno -. Sorrideva sempre, anche di fronte ai problemi fisici, e aveva fatto delle sue debolezze un punto di forza. Negli ultimi anni ha svolto il preziosissimo ruolo di confessore e ritengo davvero che la Chiesa di Siracusa abbia perso una persona insostituibile».