SIRACUSA. «L’arrivo del corpo di Santa Lucia è stato un momento felice per la città e ha dimostrato ancora una volta quanto forte, sincero e sempre nuovo sia il legame tra Siracusa e la sua Patrona». Le immagini delle reliquie della martire siracusana che lasciano la città sotto gli occhi pieni di lacrime di tanti fedeli sono ancora impresse nella mente di tutti e anche l’arcivescovo Salvatore Pappalardo, nel giorno del tradizionale messaggio di Natale alla comunità, guarda proprio agli ultimi giorni. «Spiritualmente sono stati momenti di grazia del Signore - ha detto Pappalardo - ma sono anche stati gioiosi e sereni dal punto di vista sociale». L’arcivescovo ha anche voluto raccontare un episodio legato al patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. «È rimasto molto colpito il giorno dell’arrivo del corpo, camminando tra la gente in corso Gelone - ha detto l’arcivescovo - e mi ha detto che dobbiamo custodire e conservare queste bellissime tradizioni». Monsignor Pappalardo non si è sottratto nemmeno alla domanda che, come lui stesso ha confessato, in tanti gli hanno posto. «Molte persone chiedono legittimamente se le reliquie torneranno ma la storia ci presenta altri eventi - ha ammesso Pappalardo -. Io purtroppo non ho una risposta e non so se le reliquie potranno mai tornare. Noi dobbiamo cogliere l’aspetto concreto di quanto accade, i Santi ci aiutano a vivere la comunione ecclesiale e questa comunione c’è stata in questi giorni con la chiesa di Venezia e con tutte le chiese di Sicilia». L’arcivescovo ha poi voluto dire grazie proprio alla città di Venezia e al patriarcato. «Il corpo è conservato lì e anche a Venezia Santa Lucia è venerata - ha aggiunto Pappalardo -. Bisogna dire grazie a Venezia e i suoi cittadini se il corpo è tornato a Siracusa, non si tratta affatto di un aspetto scontato. Io sono davvero molto contento per come sono trascorsi questi giorni». Pensando al Natale l’arcivescovo ha sottolineato come oggi «abbiamo fatto l’abitudine a tante cose che spesso ci appaiono scontate ma non lo sono». «Nella nostra vita di tutti i giorni ciascuno di noi ha bisogno di avere certezze - ha continuato monsignor Pappalardo - e queste certezze non sono idee astratte ma è Gesù. Il mio augurio è che la vita personale di ciascuno di noi sia illuminata dalla grazia del Signore». L’arcivescovo non ha poi dimenticato le tante persone che ogni giorno, senza chiedere nulla in cambio, cercano di aiutare chi è più in difficoltà. «In questa città - ha detto monsignor Pappalardo - ci sono tante piccole fiammelle, c’è tanto bene. I siracusani in più di un’occasione hanno dimostrato di essere generosi e l’esempio lo abbiamo con quanto accaduto con la ”Casa di Sara e Abramo” che prosegue la propria attività anche grazie alla generosità dei fedeli».