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Attentati alla Sics a Floridia, ordine d’arresto per Salafia

FLORIDIA. Aveva ordinato ai suoi “picciotti” di spremere Carmelo Misseri, il titolare della Sics, l’impresa che sta realizzando i lavori per l’ammodernamento della statale 124 tra Siracusa e Floridia. E per convincerlo a pagare il pizzo, Nunzio Salafia, 64 anni, uno dei capi indiscussi del clan Aparo, avrebbe dato l’ordine nella primavera del 2012 di scatenare l’inferno nei suoi cantieri, distruggendo un escavatore meccanico. Le dichiarazioni della vittima e quelle dei nuovi collaboratori di giustizia hanno consentito ai carabinieri del Nucleo investigativo di erigere un impianto accusatorio molto solido nei confronti di Nunzio Salafia, 64 anni, floridiano, detto “u zio”, che è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal gip del tribunale di Catania su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia.

Si trovava già in cella il braccio destro del boss Antonino Aparo perché coinvolto, insieme ad altre 17 persone nel maggio del 2013, in un’operazione antimafia su estorsioni, gioco d’azzardo e traffico di sostanze stupefacenti a Cassibile ed in quell’occasione a fare il suo nome era stato un pentito, Salvatore Troia. Nell’inchiesta sui tentativi di estorsione all’impresa di Carmelo Misseri a svelare dei particolari importanti sul coinvolgimento del reggente è stato un altro collaboratore, Salvatore Mollica, finito in carcere nel marzo scorso nell’operazione Efesto, che fece luce sull’omicidio di un operaio edile di Floridia, Nicola La Porta, ammazzato perché avrebbe voluto gestire in modo autonomo un traffico di droga.

 

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