SIRACUSA. Se non è proprio allarme poco ci manca. La raffica di incendi che si sta abbattendo in città negli ultimi mesi non lascia dormire sogni tranquilli a commercianti, imprenditori e proprietari di auto, vittime di intimidazioni con il fuoco. A poco più di 24 ore dall’avvertimento al gestore di una macelleria in viale Zecchino, un rogo ha sventrato una macchina, una «Smart» parcheggiata nel cortile di una palazzina in via Malfitano, a due passi da viale Teracati, nella disponibilità di un giovane che lavora in una società privata. Sono stati i vigili del fuoco a spegnere il focolaio, che si è scatenato nella notte tra lunedì e martedì scorsa, intorno all’una, orario in cui sono arrivate le richieste di intervento dei residenti della zona.
Dalla relazione dei soccorritori non emerge nulla di chiaro ma, come spesso sostengono gli inquirenti, le fiamme possono “mangiare” ogni prova, tra cui il combustibile usato per innescarle. Nell’episodio di via Malfitano, gli agenti della Squadra mobile tendono ad escludere, qualora fosse accertata la matrice dolosa, la pista che porta al racket delle estorsioni. I signori del pizzo rivolgono le proprie attenzioni solo ai proprietari di attività commerciali ed imprenditoriali, per questo i fari degli uomini della Questura, agli ordini del dirigente della Squadra mobile, Tito Cicero, sono puntati sulla vita privata del giovane. Del resto, nelle relazioni annuali delle forze dell’ordine degli anni scorsi, è indicato che in tutta la provincia, in particolare nel capoluogo, c’è una pratica diffusa di risolvere le questioni personali con i danneggiamenti.
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