CARLENTINI. A benedire la sua bara nella chiesa di Sant’Anna c’era il marito, diacono. Lacrime e tanta gente ieri per l’ultimo saluto a Patrizia Scalora, 49 anni, morta giovedì mattina, in piazza Cutelli a Catania, uccisa dalla caduta di una palma mentre era seduta con la figlia Ludovica su una panchina a discutere e a riposarsi. «Siamo scossi e colpiti, ma quando arriva la morte improvvisa e inaspettata dobbiamo essere pronti. Per ripercorrere la vita della nostra Patrizia, ci affidamo alla fede e alle parole del Vangelo che il marito Giovanni Cascone, ha proclamato e che ci richiamano al senso della nostra esistenza. Patrizia era in cammino per contemplare il Signore».
Lo ha detto l'arcivescovo Salvatore Pappalardo. Una grande perdita, quella di Patrizia per la comunità religiosa e civile di Carlentini. «Adesso bisogna affidarsi alla fede e alla parola del Signore - ha aggiunto l'arcivescovo - che porta conforto e speranza». «Siamo ancora scossi per quanto è successo - ha detto don Francesco Di Pasquale, cappellano militare della Guardia di Finanza - perché Patrizia per noi è stata un punto di riferimento, non solo per te Giovanni e per i tuoi figli, ma anche per la famiglia della Guardia di Finanza. Patrizia adesso e nei vostri cuori e continua a pregare dal cielo. Voi oggi avete un Angelo che dal Paradiso vi guida e vi protegge».
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