SOLARINO. Nuovo attentato all’impresa che sta realizzando i lavori di ampliamento della villa comunale di Solarino. Nella notte tra domenica e lunedì scorsa, è stato dato alle fiamme un escavatore, che è stato inghiottito dalla violenza del rogo nonostante i litri di acqua gettati dai vigili del fuoco del comando provinciale di Siracusa.
Si tratterebbe di un’intimidazione al proprietario di un’impresa di Modica che ha vinto l’appalto bandito dal Comune ma, in poco meno di sei mesi dall’inizio dei lavori, sono stati recapitati tre avvertimenti su cui stanno indagando i carabinieri della stazione di Solarino.
Una delle ipotesi sul tavolo degli inquirenti è che ad innescare le fiamme sia stato il racket delle estorsioni, a cui quell’appalto farebbe molto gola ma solo la testimonianza dell’imprenditore consentirebbe agli inquirenti di arrivare agli autori ed ai possibili mandanti dell’attentato. La vittima è stata già sentita, fin dai primi episodi, anche se sul contenuto della sua ricostruzione è stato fatto calare il silenzio soprattutto per ragioni di sicurezza.
Come hanno accertato i pompieri prima ed i carabinieri della stazione di Solarino dopo, non sono state rinvenute taniche di benzina accanto all’escavatore, ma è probabile che le fiamme abbiano divorato ogni traccia, né messaggi al titolare dell’azienda.
Le organizzazioni che gestiscono il pizzo potrebbero, dunque, avere bussato alle porte dell’impresa per convincerla a pagare un prezzo, che le garantirebbe “protezione”. Nell’area di Solarino opera il clan “Aparo” che, sebbene azzoppato dalle inchieste giudiziarie della Procura distrettuale di Catania e dagli arresti dei principali colonnelli del boss, continuerebbe a gestire i principali traffici illeciti, tra cui le estorsioni, una delle fonti di denaro più floride per tutte le cosche mafiose.
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