NOTO. Oltre trecento firme in poco meno di due ore. È il primo risultato della petizione (destinata a continuare nei prossimi giorni) promossa dal movimento cittadino Notolibera per salvare il Museo delle Carte, il contenitore culturale che raccoglie memorie di ogni sapere e che ora, secondo quanto deciso dall’amministrazione comunale, dovrà lasciare i locali dell'ex monastero di Santa Chiara, in pieno centro storico, destinati a ospitare i reperti archeologici provenienti dall'antica Noto. L’obiettivo dei promotori dell’iniziativa - Rosa Bologna (presidente del movimento) e Giorgio Giannone (responsabile della comunicazione) - è trovare subito un’idonea collocazione al museo, evitando così ulteriori passaggi per depositi che potrebbero determinarne un futuro incerto. Sistemazione che, nonostante le seppure vaghe assicurazioni date dal Comune, a tutt'oggi ancora manca.
Sale così il disappunto tra quanti si sono intestati la battaglia per la tutela di quel patrimonio librario. «Mentre la Giornata della Carta magnificava carte e documenti nel settecentesco palazzo Impellizzeri, nella parte alta della città, in pieno centro, lo stesso giorno, veniva celebrato il funerale della cultura con la chiusura del Museo che racconta la storia della città - e non solo - a partire dal Cinquecento e fino alla metà del secolo scorso. Che grande contraddizione», dice Rosa Bologna.
Duro anche il commento di Giorgio Giannone: «Continuano ad illuderci con l’idea della nuova assegnazione di locali. Tuttavia, a oltre un mese dall’inizio della nostra battaglia - aggiunge -, non sappiamo di quali ambienti parla il Comune. Non sarà forse il quarto segreto di Fatima? Mi auguro che l’amministrazione abbia un attimo di illuminazione».
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