Scongiurato uno stop ai conferimenti nella discarica di Lentini gestita da Sicula Trasporti e che serve oltre 170 comuni siciliani, tra i quali molti capoluoghi di provincia della Sicilia orientale. Ieri un vertice all’assessorato all’Energia guidato da Roberto Di Mauro ha evitato lo scoppio di una crisi di raccolta. Era stata la stessa società a comunicare la volontà di fermare i conferimenti di rifiuti indifferenziati nei giorni scorsi, uno stop che avrebbe dovuto partire lo scorso lunedì ma poi sospeso in attesa degli esiti dell’incontro di ieri. Al centro del dibattito l’autorizzazione, da parte della Regione, alla quota di immondizia da stoccare e inviare all’estero dopo il trattamento in Tmb e la stabilizzazione realizzata nell’impianto siciliano. «L’impianto di trattamento dei rifiuti di contrada Coda Volpe di Lentini riavvierà le proprie attività», ha detto l’assessore al termine della riunione che si è conclusa nel primo pomeriggio ed alla quale hanno partecipato le amministrazioni interessate, della Srr di Catania e dell’amministrazione giudiziaria della Sicula Trasporti, società che gestisce l’impianto. Un incontro in un “clima costruttivo”, ha ancora spiegato l’esponente della giunta Schifani, dove «è stato condiviso con le parti un percorso tecnico amministrativo che consentirà il riavvio in pieno dell’attività dell’impianto di trattamento meccanico biologico con il successivo avvio a recupero del prodotto ottenuto. Contemporaneamente la ditta avvierà l’iter amministrativo per il riesame delle autorizzazioni da adeguare alle migliori tecnologie disponibili. Queste iniziative potrebbero condurre anche a una rivisitazione dei costi di smaltimento sostenuti dai comuni in futuro». La tariffa di conferimento alla Sicula Trasporti nell’ultimo anno è più che triplicata passando da 100 a 350 euro a tonnellata con i sindaci che lamentano di non avere margini di manovra perché anche a fronte di un aumento della differenziata continuano ad aumentare i costi di conferimento. Un circolo vizioso dove pesa la mancanza di impianti pubblici di trattamento e di smaltimento: senza questi l’aumento della raccolta differenziata rischia di diventare un vero e proprio boomerang. Ora la proroga ma tutto fa pensare che sia solo questione di tempo per una nuova crisi. Nel 2021 la Sicilia ha più che raddoppiato le quantità esportate in altre regioni, passate da 40 a 91 mila tonnellate. Una crisi, dunque, evitata per un soffio e che porta ancora alle luci della cronaca la carenza di impianti in Sicilia. Già a dicembre un’altra emergenza annunciata era stata scongiurata per un soffio con la società (in amministrazione giudiziaria dopo una inchiesta della Dda della procura di Catania sul gruppo Leonardi) che aveva minacciato la chiusura dei cancelli ai conferimenti di indifferenziato per mancanza di spazi.