PORTOPALO. Violazione delle acque territoriali maltesi e assenza di strumentazioni di bordo obbligatorie. Ha vissuto 8 giorni di sgomento l’equipaggio del motopeschereccio «Andromeda», rimasto in stato di sequestro nel porto di Malta e liberato solo ieri pomeriggio dopo una settimana di trepidazioni. L’imbarcazione, iscritta nei registri del porto portopalese, con a bordo un equipaggio di 4 persone non ha potuto lasciare l’Isola dei Cavalieri per più di una settimana. E la notizia è rimasta nascosta poiché gli stessi pescatori non volevano far allarmare le loro famiglie. Ma ieri è uscita fuori. Con tutti i dettagli del caso. Il motopeschereccio «Andromeda», dell’armatore Giovanni Nardone e con a bordo un equipaggio di quattro persone, tra cui il comandante Corrado Cannarella ed i marinai Salvatore Miraglia, Giuseppe Malandrino ed un ragazzo tunisino, martedì della scorsa settimana è uscito dal porto per una battuta di pesca. A causa di estreme condizioni meteorologiche, l’imbarcazione è stata costretta a navigare nelle acque maltesi e chiedere aiuto, per attraccare, alla capitaneria dell’Isola dei cavalieri. Come sempre accade, dopo l’ormeggio arriva il dramma. Infatti, l’equipaggio siciliano è stato prima accusato di violazione delle acque territoriali, reato per cui sono stati processati ma subito assolti per chiari motivi di avverse condizioni meteo. Nonostante l’assoluzione, però, capitan Cannarella e i suoi marinari non hanno potuto lasciare l’isola: la capitaneria di porto maltese ha consegnato le documentazioni ma non ha fornito il nulla osta per prendere il largo, poiché il motopeschereccio è sprovvisto di ”bluebox”, uno strumento di localizzazione obbligatorio per le imbarcazioni. Il ministero della Pesca italiano ha comunicato a quello maltese che l’«Andromeda» è autorizzata alla navigazione poiché le licenze del ”bluebox” erano in fase di rilascio. Alla fine, grazie all’intervento del console italiano a Malta, del ministero e dell’amministrazione portopalese, all’«Andromeda» è stato concesso il nulla osta ieri alle 15: sono stati scortati sino al confine delle acque maltesi e poi presi in carico dalla Marina militare italiana. L’arrivo era previsto per le 22 a Pozzallo. «Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo – ha dichiarato il sindaco, Giuseppe Mirarchi -, e finalmente i nostri pescatori rientrano a casa». Per il consigliere comunale Giorgio Chiaramida si tratta ”dell’ennesima angheria – ha detto -, che i nostri pescatori sono costretti a subire. Di fatto hanno subito un sequestro”.