SIRACUSA. «Siamo come prigioniere in casa, senza ascensore da più di due anni e costrette a vivere in abitazioni fatiscenti». La denuncia è di Lucia Spadaro e Maria Scalzo due residenti di una palazzina popolare di via Bartolomeo Cannizzo, nel cuore di Akradina. Per entrambe si tratta di una sfida quotidiana. Lucia Spadaro è reduce da un ictus che ne ha limitato la possibilità di camminare, oltre ad aver subito un trapianto ad un rene. Lucia, che preferisce essere chiamata Edy, abita al primo piano e, come spiega lei stessa, è diventata una situazione pesante anche andare a fare la spesa o poter trascorrere alcune ore al vicino parco di Bosco Minniti. «Siamo dimenticati da tutti - ha detto Spadaro - si parla di abbattere le barriere architettoniche, ma il sindaco più volte sollecitato non ha dimostrato finora alcun interesse per questa zona. Qui abitano oltre quindici famiglie e molti anziani che non riescono neanche ad uscire di casa perché affrontare le scale è pesante. Tanti anche per pudore non reclamano più. Oltre a questo conviviamo con la sporcizia, con la fognatura a cielo aperto ed in casa dopo un'intera parete è invasa dalle macchie, e quando si stacca la luce dobbiamo uscire fuori dal portone per raggiungere i contatori che sono stati piazzati al centro del cortile. Tutto questo lo abbiamo segnalato con lettere allo Iacp, ma tutti i nostri appelli sono caduti nel vuoto». Condizioni critiche anche per Maria Scalzo che abita al secondo piano della stessa palazzina. È reduce da un intervento al cuore e sale le rampe delle scale per raggiungere la sua abitazione con molto affanno. «Ci hanno staccato l'energia elettrica che consentiva il funzionamento dell'ascensore senza alcun preavviso - ha detto Maria Scalzo - a noi serve, non si può continuare ad andare avanti senza avere uno dei servizi necessari per chi abita ai piani superiori. Ho subito un intervento complesso proprio un mese fa e sono stata costretta a dover fare le scale pochi giorni dopo l'operazione. Non è una situazione umana quella che continuiamo a vivere». Da parte dello Iacp è stato rilevato che gli interventi di manutenzione sono al momento bloccati a causa della morosità del 50 per cento dei condomini che non pagano anche da diversi anni le quote.