SIRACUSA. La morte di uomini, donne e bambini che hanno perso la vita per fuggire alla guerra o, come nel caso dei siriani, a un vero e proprio sterminio «non possono lasciarci indifferenti». È al dramma di migliaia di persone che continuano a morire nel mar Mediterraneo che ha rivolto il proprio pensiero l’arcivescovo Salvatore Pappalardo durante la messa di ieri mattina nel primo dei quattro giorni centrali dell’anniversario della Lacrimazione. Le immagini delle bare con i 24 morti del naufragio di pochi giorni fa e quelle di Hayat, la bimba siriana di pochi mesi scampata miracolosamente alla morte sono ancora vive nelle parole di Pappalardo. «In questo anno durante il quale sono state versate tante lacrime di sangue da parte di uomini e donne, bambini e anziani costretti a lasciare la loro terra per intraprendere viaggi di speranza che, talvolta, per molti di essi si sono tramutati in percorsi di morte - ha detto Pappalardo - non possiamo non pensare al pianto della Madonna come a un forte richiamo alla nostra coscienza». L’arcivescovo ha ricordato il viaggio a Lampedusa di Papa Francesco e le parole del Pontefice quando ha ribadito che «la cultura del benessere ci rende insensibili alle grida degli altri. La miseria, il dolore e la morte di tanti uomini e donne non possono lasciarci indifferenti» e ha poi lanciato un monito perché «in tanti si sono adoperati per rendere più confortevole l’accoglienza di queste persone ma dobbiamo riconoscere che nell’animo di molte persone è diffuso il senso dell’indifferenza se non, addirittura, della diffidenza». Ieri sera, intanto, 5 mila persone hanno gremito la basilica superiore del Santuario della Madonna delle lacrime per la celebrazione eucaristica officiata da monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario della commissione di cardinali costituita da Papa Francesco per riformare la Chiesa. Monsignor Semeraro, nella «Giornata della testimonianza e del volontariato», si è interrogato sul significato di quel prodigio del 1953. «Dobbiamo fare nostre quelle lacrime – ha detto il vescovo di Albano -, prenderle in noi e dobbiamo farlo accogliendo in noi Maria». Monsignor Semeraro ha sottolineato come “noi piangiamo per amore perché l'amore non è solo motivo di gioia ma anche di sofferenza e piangiamo quando troviamo delle porte chiuse, soprattutto quando ogni nostro richiamo, ogni nostro appello è come una palla che urta contro un muro e ci torna indietro. Ci ritroviamo, così, con le preoccupazioni aggravate e forse gli occhi della Madonna, a Siracusa, si riempirono di lacrime perché vuole che siamo cercatori di Dio». Il programma delle celebrazioni, nella «Giornata della vita», proseguirà questa sera alle 19 con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Leira-Fatima António Augusto Dos Santos Marto. Al termine della messa è previsto lo spettacolo teatrale, sul sagrato della cripta, «Davanti alla bottega dell'orefice». L'opera, messa in scena dalla Star Rose academy, è stata scritta da Karol Wojtyla ed è diretta da Claudia Koll.
Siracusa, l'arcivescovo Pappalardo:
"C'è indifferenza verso i migranti"
Ieri sera 5 mila fedeli hanno gremito la basilica superiore del Santuario della Madonna delle lacrime per la celebrazione eucaristica officiata da monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano
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