NOTO. Indifferenza dei vigili urbani, scarsa segnaletica, monumenti celati da palloncini colorati e variopinti e tanti altri oggetti ancora, taluni persino volanti. Il centro storico trasformato in un grande mercato. Le segnalazioni, affidate anche a tv e network, non sono passate sotto silenzio. Scatti che immortalano i monumenti incorniciati da palloncini abusivi, spesso oscurati all’obiettivo oltre che all’occhio del visitatore: «Ecco la cartolina che va in giro per il mondo», è l’affondo di tanti turisti. Il colpo incassato dalla città barocca ha messo in luce il triste capitolo di un turismo che in città c’è, eccome, ma non è affatto organizzato. Anzi, a mancare sarebbe proprio un turismo culturale qualificato degno di una città d’arte che espone i monumenti più rappresentativi dell’architettura tardobarocca. E le accuse rimbombano anche in città. «Purtroppo, nonostante le nostre bellezze, diventiamo esempio negativo per l’offerta turistica nazionale»: tra i primi a lanciare l’allarme, dai banchi dell’opposizione, è Salvo Veneziano di «Noto Nostra». Ma non è il solo. Di ”salotto buono scambiato per luogo deputato allo scambio di merci” parla Roberto Bellassai, del Comitato per i diritti del cittadino, che da anni sollecita l’effettivo ”rispetto dell’identità dei luoghi”. Dettagliate le doglianze di Bellassai, che dipinge un quadro a tinte forti, con il centro storico ”ridotto a un suq, il corso letteralmente invaso da ambulanti che disturbano turisti e passanti, da musica rumorosa e lunghe file di tazebao che insieme a varie merci occupano strade, marciapiedi e suggestivi angoli del salotto buono”. Ma i correttivi per il sindaco di Noto Corrado Bonfanti, destinatario in questi giorni di innumerevoli suggerimenti, ci sono, ”molti dei quali facilmente attuabili. Tanto è stato fatto e tanto resta ancora fare: è viva la consapevolezza del duro lavoro che ci aspetta, ma anche la serenità di conoscere la strada, anche se ardua e faticosa, per raggiungere mete ancora più gratificanti per Noto e il territorio”. E a proposito della diversa mercanzia che offusca le opere architettoniche, Bonfanti chiama in causa proprio i colpevolizzati palloncini, idealmente ”liberandone in aria uno verso l’immensità del meraviglioso cielo azzurro di Sicilia. Anzi, ripensandoci, non solo è bene lanciarne uno, ma due, dieci, cento, mille per liberarci del pregiudizio e del disfattismo, che sono il rifugio degli inetti”.
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