NOTO. Senza acqua per diverse ore, tra mille disagi e difficoltà per gli assistiti e con le attività sanitarie rallentate. A causa di un problema di natura tecnica all'impianto centrale che ha reso del tutto impossibile il rifornimento delle due vasche interne, l'ospedale «Trigona» di contrada san Giovanni Lardia, a Noto, è rimasto per diverse ore senza acqua, con il conseguente rallentamento delle attività nei vari reparti di degenza, a cominciare dalla tarda serata di mercoledì e fino alle nove di ieri mattina, quando a seguito dell'intervento di una squadra di operatori il guasto è stato prima individuato e subito dopo sistemato. Per garantire la ripresa delle attività sanitarie, nella struttura ospedaliera di contrada san Giovanni Lardia sono arrivati anche i tecnici dell'«Aspecon», la municipalizzata del Comune di Noto che dallo scorso maggio, dopo la definitiva chiusura del rapporto con la «Sai 8», gestisce in tutto il territorio comunale il servizio idrico integrato.
Lo stesso Comune, presente al «Trigona» a seguito di una segnalazione con l'assessore Corrado Bianca, il comandante della polizia municipale Corrado Mazzara e alcuni tecnici, ha disposto il diretto intervento di due autocisterne che, a distanza di un'ora l'una dall'altra, e in attesa che le vasche cominciassero a riempirsi, hanno erogato sei metri cubi di acqua ciascuno. «Non appena siamo stati informati dell'esistenza del problema - ha detto l'assessore Bianca, titolare della rubrica Polizia municipale - abbiamo mandato i nostri tecnici e, al tempo stesso, è stato disposto l'invio di due autocisterne. In un primo momento pensavamo si trattasse di un episodio legato all'approvvigionamento delle condutture ospedaliere rifornite attraverso la rete idrica comunale - ha spiegato l'assessore Bianca -, invece, a seguito di controlli, i nostri tecnici hanno chiarito che la mancata erogazione non era imputabile al funzionamento dei nostri impianti». Una volta entrate in funzione le due vasche interne dell'ospedale «Trigona», che insieme hanno una capienza complessiva di oltre ottanta metri cubi, alimentate prima con la fornitura di acqua attraverso le due autocisterne e poi, subito dopo aver individuato la vera natura del mancato rifornimento, con l'approvvigionamento diretto, nei diversi reparti di degenza così come nelle sale operatorie l'attività è ripresa normalmente. Ga.RO.