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Siracusa, ponte chiuso a Calafatari: caos nel centro storico

SIRACUSA. La chiusura del ponte dei Calafatari è definitiva, pensiamo al suo abbattimento, non c'è alcuna possibilità legata ad una manutenzione che risulterebbe oltre che onerosa anche inutile». Lo ha rilevato il sindaco Giancarlo Garozzo ieri poche ore dopo l'ordinanza che ha disposto la chiusura al traffico veicolare e pedonale della struttura che collega l'isola di Ortigia alla zona umbertina. Un provvedimento diventato pienamente operativo solo in tarda mattinata, completato con l'ordinanza firmata dal comandante della Capitaneria Domenico La Tella che ha disposto anche il divieto di navigazione ed all'ormeggio della parte sottostante al ponte. «Lavoriamo per un progetto complessivo di demolizione della struttura - ha detto il sindaco - e sul progetto del terzo ponte che collegherebbe Riva delle Poste con via Eritrea che è al momento fermo al ministero dell'Ambiente e che prevede anche la sistemazione dell'area circostante del ponte dei Calafatari». Torna ad essere rivalutata così l'idea del terzo ponte che collegherebbe Riva della Posta con via Eritrea. «È una soluzione già individuata - ha chiarito Garozzo - ma vanno reperiti i fondi oltre 5 milioni di euro. Intanto dai prossimi giorni testeremo il nuovo servizio di bus elettrici che consentirà di far entrare meno auto in Ortigia». Sull'esistenza del progetto del terzo ponte tra Riva della Posta e via Eritrea il dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, Natale Borgione è stato chiaro. «Il progetto è inserito nel piano particolareggiato di Ortigia - ha detto il dirigente - e con il suo avvio si raggiungerebbero sia l'obiettivo di realizzare un'importante via di fuga dal centro storico sia quella di realizzare in maniera finalmente definitiva la bonifica delle banchine antistanti il ponte dei Calafatari, in una zona di pregio dove esistono i resti delle Mura spagnole». Ieri subito dopo la chiusura del ponte non sono mancate però le proteste relative al piano di viabilità alternativo anche da parte degli operatori portuali. «Questa ordinanza emanata dalla Capitaneria - ha detto Giuseppe Marino - preclude il passaggio di imbarcazioni per il trasporto dei turisti da Riva Porto Lachio verso il Porto Grande». Ha parlato di ”scampato pericolo” il titolare dell'approdo «Lakkios», Ivan Scimonelli che era stato trai primi a lanciare l'allarme sulle condizioni di precarietà strutturale del ponte. «Dopo l'ordinanza del 2000 con cui si era chiusa metà carreggiata - ha detto Scimonelli - si poteva pensare prima a chiudere questa struttura demolirla e realizzarne un'altra. Dopo 14 anni avremmo avuto un ponte più funzionale e in una zona più avanzata di quella attuale ed invece si sacrifica il turismo e gli operatori che attendono l'estate per poter lavorare». Critiche sui tempi con cui si è giunti all'ordinanza di chiusura giungono anche dal presidente di Confcommercio, Sandro Romano. «Il piano alternativo della viabilità va rivisto - ha detto Romano - perché crea solo caos».

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