SIRACUSA. Il capo della Procura Francesco Paolo Giordano ha concluso le indagini sulla presunta soppressione e distruzione di atti e documenti custoditi nell'archivio del palazzo di giustizia e dei plichi elettorali relativi alle elezioni regionali dell'ottobre 2012, venute alla luce in seguito alla denuncia sporta dall'ex deputato regionale del «Mpa» Giuseppe Gennuso, all'epoca dei fatti candidato all'Assemblea regionale siciliana, il più votato della sua lista a cui però non scatto il seggio per soli 93 voti. L'avviso di chiusura dell'inchiesta, che prelude alla citazione in giudizio, è stato notificato al dipendente del tribunale Nuccio Russo, 61 anni, unico indagato nella vicenda giudiziaria.
L'inchiesta, avviata dalla Procura nel dicembre dello scorso anno, ha riguardato presunti voti ”dispersi” nelle nove sezioni elettorali di Rosolini e Pachino. Gli investigatori hanno ritrovato la maggiore parte del materiale elettorale andato perduto e che era oggetto delle operazioni di verifica disposte dal Consiglio di giustizia amministrativa. Gli agenti di polizia della sezione di polizia giudiziaria della Procura, a cui sono state delegate le indagini, hanno stilato un elenco dettagliato degli atti che sono stati ritrovati e di quelli che sono invece andati irrimediabilmente perduti. Lo scorso mese di aprile il capo della Procura Francesco Paolo Giordano ha disposto il dissequestro degli atti del fascicolo del Cga regionale, a cui un mese prima erano stati apposti i sigilli, fascicolo che è stato restituito alcuni giorni fa. In conseguenza di ciò, stando a quanto riportato in un comunicato, sono state indirizzate comunicazioni ufficiali alla Prefettura e alla presidenza del tribunale ”per ogni utile valutazione degli organi competenti”.
Il dipendente del tribunale finito sotto inchiesta è stato sottoposto ad interrogatorio nel corso del quale avrebbe fornito parziali ammissioni di responsabilità. L'indagato, comparso davanti al procuratore della Repubblica, ha escluso fermamente di avere agito per conto di terze persone e ha ricondotto il proprio gesto ad una sua presunta grave imprudenza. Alle domande che gli sono state poste dagli inquirenti avrebbe fornito risposte giudicate utili e tali da permettere il ritrovamento dei documenti e del materiale finiti al centro della vicenda del riconteggio delle schede di alcune sezioni di Pachino e Rosolini. L'inchiesta giudiziaria ha portato ad accertare che l'evento calamitoso del 20 novembre 2013 che era stato attribuito erroneamente in un primo momento come causa della dispersione dei plichi contenenti le schede in questione, cioè l'allagamento dello scantinato, ha interessato un'altra stanza dell'archivio del palazzo di giustizia. Sono risultati comunque distrutti consapevolmente altri atti relativi alla medesima tornata elettorale ma la mancanza di questi documenti non avrebbe inciso, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sulla ricostruzione dei risultati finali. Per quanto riguarda invece le operazioni elettorali delle sezioni incriminate la Procura non ha raccolto elementi tali da giustificare l'allargamento delle indagini nei confronti di altre persone, in particolare dei presidenti ed i componenti dei seggi interessati dal riconteggio delle schede.
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