SIRACUSA. Saranno celebrati domani alle 10 nella chiesa di Santa Rita i funerali di Francesco Avola, il sedicenne trovato senza vita nei fondali del Plemmirio. Non è stata necessaria l’autopsia sul corpo senza vita della vittima, dopo che l’ispezione cadaverica, compiuta dal medico legale, Francesco Coco, ha accertato la morte per annegamento. Il ragazzo sarebbe spirato in poco tempo e l’acqua ingerita l’avrebbe fatto sprofondare velocemente negli abissi, fino a quando un sommozzatore ha notato la sua salma: era a 24 metri dalla superficie, assai vicina al punto in cui lo studente del liceo scientifico «Einaudi» era stato visto l’ultima volta in compagnia del suo amico, Giuseppe Ravalli, il diciottenne che, domenica mattina, era in acqua con lui, miracolosamente tratto in salvo dai pompieri e dai militari della Guardia di finanza, arrivati nelle acque del Plemmirio a bordo di una motovedetta.
Il giovane, ieri mattina, è stato dimesso dall’ospedale dove è rimasto ricoverato per due giorni e nel tardo pomeriggio si è recato nella caserma della Capitaneria di Porto, a piazzale IV Novembre, per essere sentito dai militari, che hanno aperto un’inchiesta, coordinata dalla Procura dei minori di Catania. La sua testimonianza potrebbe consentire agli inquirenti di ricostruire la verità su quel drammatico incidente. Sono stati già ascoltati gli amici dei due ragazzi, che si erano recati tutti insieme al Plemmirio. Hanno raccontato di aver sentito le loro urla mentre erano già in acqua ma non hanno spiegato in che modo Francesco e Giuseppe ci erano finiti. Non è chiaro se si sono lanciati in mare spinti dal coraggio e dall’incoscienza oppure sono scivolati lungo la scogliera, che era abbastanza insidiosa. Il mare, secondo la ricostruzione dei militari della Capitaneria di Porto, agli ordini del comandante Domenico La Tella e del vice Ernesto Cataldi, era impetuoso e le onde hanno travolto i due amici ma ad avere la peggio è stato il sedicenne.
Non era, comunque, semplice risalire, e non solo per le condizioni meteo marine: gli scogli, in quel punto, sono assai ripidi, dunque c’erano tutte le condizioni perchè si potesse consumare una tragedia, avvenuta sotto gli occhi di altri giovani che non dimenticheranno mai quelle urla strazianti.
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