SIRACUSA. Gli impianti del servizio idrico requisiti dal prefetto con un’ordinanza: poi l’affidamento all’Ato ed entro novanta giorni passeranno ai Comuni. Intanto garantiti i lavoratori e la continuità del servizio. Questa l’intesa raggiunta ieri pomeriggio in Prefettura, dopo l’ennesima giornata di incontri e di polemiche. Ma il passo più importante adesso dovranno farlo i dieci Comuni: avranno tre mesi di tempo per decidere se riottenere gli impianti, gestendo da soli il servizio o consorziandosi. Ma la parola d’ordine sarà la tutela del posto di lavoro ai 150 dipendenti di «Sai 8». L’impressione, però, è che l’emergenza sia solo rimandata di qualche mese: uscita di scena «Aqualia», che ha rifiutato l’affidamento transitorio che era stato proposto durante l’incontro di venerdì sera, i sindaci dovranno operare da soli, ma senza arrivare impreparati alla scadenza. Ed è quello che temono gli stessi lavoratori che ieri mattina erano di nuovo riuniti davanti alla Prefettura. Il sindaco Giancarlo Garozzo si dice soddisfatto dell’incontro e di quanto stabilito per i dipendenti. «Adesso tocca a noi sindaci - aggiunge Garozzo - mettere in campo tutte le strategie necessarie per poterci occupare degli impianti alla scadenza di questi tre mesi». All’incontro con il prefetto Armando Gradone, c’era anche il dirigente del dipartimento regionale all’Energia Marco Lupo, i rappresentanti della curatela fallimentare e alcuni deputati regionali. «Sono soddisfatto - afferma il deputato Vincenzo Vinciullo - perché verranno garantiti i livelli occupazionali dei lavoratori, le imprese e il servizio. In provincia si è stabilito il principio che l’acqua deve essere pubblica e che la legge che porta il mio nome ha contribuito a questa soluzione positiva, smentendo coloro che avevano parlato di mattanza e macelleria sociale». Per il commissario dell’Ato Mario Ortello adesso ”ci vuole l’impegno da parte di tutti”. Critici invece il senatore Bruno Alicata e il deputato nazionale Stefania Prestigiacomo di Forza Italia. «Questo è lo specchio della superficialità che caratterizza il governo regionale sul servizio idrico - dicono - perché c’è una legge, presentata certamente con le migliori intenzioni, ma che deve fare i conti con la realtà di Comuni che al momento non sono in grado di garantire né i lavoratori, né l’erogazione del servizio». Per il consigliere comunale di opposizione Massimo Milazzo ”la politica cittadina, quella almeno dell’amministrazione attiva di Garozzo, si è fatta trovare assolutamente impreparata”. La Cgil la considera, invece, una ”sonora sconfitta nei confronti della classe dirigente, politica ed amministrativa, debole e, confusa, disorientata che ha dato prova di non essere attrezzata ad affrontare questioni di tale spessore e rilevanza sociale”.