SIRACUSA. Una giornata campale tra riunioni, prese di posizioni contrapposte e proteste. È caos sul servizio idrico in città e nei dieci Comuni che hanno consegnato gli impianti a «Sai 8». La soluzione sarebbe quella della ”requisizione” degli impianti da parte della Prefettura. Ieri, intanto, sulla Gazzetta ufficiale è stata pubblicata la legge «Disposizioni urgenti in materia di servizio idrico integrato», presentata dai deputati Vincenzo Vinciullo e Marika Cirone Di Marco, che autorizza i Comuni a riprendersi gli impianti. Da qui il muro contro muro tra i sindaci da una parte che hanno ribadito la volontà di gestire il servizio e i timori della curatela fallimentare, con Girolamo Venturella e del giudice Salvatore Leuzzi, ma anche del prefetto Armando Gradone e del commissario dell’Ato idrico Mario Ortello sull’impossibilità dei Comuni di poter garantire il lavoro ai dipendenti e la continuità del servizio. Lunedì scade il mandato della curatela fallimentare e ieri è stata diffusa una nota con cui si annuncia la messa in mobilità dei 150 dipendenti di «Sai 8» e il loro licenziamento. Con l’entrata in vigore della legge, come osserva la curatela ”nonché le volontà, già manifestate da alcuni Comuni, di riprendere fin da subito la gestione diretta degli impianti per l’erogazione del servizio idrico integrato, fanno venir meno le condizioni normative, amministrative e contrattuali per il subentro di altro soggetto nell'azienda Sai 8”. Accantonata così l’ipotesi, in un primo momento, di affidare il servizio alla holding spagnola «Aqualia», che tra l’altro aveva preannunciato la necessità che la nuova società costituita «Arethusacqua» dovesse coprire il bacino di tutti i dieci comuni e stigmatizzato la poca chiarezza, affidabilità e regole certe sul futuro del servizio in provincia. La curatela, invece in mattinata, aveva preannunciato che domani verranno consegnati gli impianti ai comuni che ne hanno fatto richiesta e che alla mezzanotte verrà sospeso il servizio, sia di somministrazione idrica che di depurazione. Poi la riunione pomeridiana in Prefettura a cui hanno partecipato i sindaci dei dieci comuni, alcuni rappresentanti della deputazione regionale, il commissario dell’Ato, il prefetto, i sindacati. Due le direttive: salvare i lavoratori da una parte, garantire il servizio dall’altra. E proprio nel tardo pomeriggio è stata ancora una volta avanzata la proposta di affidare ad «Aqualia» il servizio per un anno. «La legge - osserva il deputato Vincenzo Vinciullo - è a garanzia sia dei lavoratori che del servizio».
Nel caos che si è venuto a creare, intanto, nei Comuni di Floridia e Solarino i consiglieri hanno occupato le aule consiliari chiedendo con forza di riottenere gli impianti e la gestione del servizio. Questi sono i due comuni che hanno adottato le delibere in Consiglio comunale con cui hanno chiesto gli impianti. A Lentini, invece, alcuni consiglieri, insieme al Comitato permanente per l’acqua pubblica, al Movimento Cinque stelle e a Rinnovamento per il territorio si sono riuniti per chiedere al sindaco Alfio Mangiameli di riottenere gli impianti. Proposta che il circolo cittadino del Pd di Priolo ha avanzato al sindaco Antonello Rizza ”non vi sono al momento garanzie - dicono - che un eventuale subentro di un nuovo soggetto privato abbia una breve durata né vi sono garanzie che tale scelta ci porti nella medesima situazione in cui ci troviamo oggi. Inoltre il Comune deve costituirsi parte civile in giudizio, poiché, se quanto emerso dalle indagini fosse accertato, il danno economico subito deve essere risarcito”.