
SIRACUSA. «Izdihar Mahm Abdulla è testimone d'una speranza spezzata, la speranza che è fame e di futuro, finita come tante migliaia di vite perdute nel nostro mare». Il sindaco, Giancarlo Garozzo, è intervenuto con queste parole oggi al funerale della giovane siriana morta nei giorni scorsi durante la traversata verso Siracusa, e ha lanciato «un appello ai governi affinchè intervengano in aiuto delle comunità locali che accolgono i migranti». «Sbaglia - ha osservato Garozzo - chi considera gli sbarchi di questi mesi come un fatto legato alla contingenza, alla tragedia del popolo siriano. Altre guerre insanguinano il mondo alimentate e altri popoli arriveranno nei Paesi che possono assicurare un futuro di pace e di benessere. Allora è necessario che gli Stati, tutta l'Europa, accanto all'azione diplomatica, si dotino di politiche di accoglienza. La gestione di questa emergenza planetaria - ha sottolineato il sindaco di Siracusa - non può essere lasciata alle comunità locali, ma occorrono interventi strutturali. Non possiamo essere lasciati soli a tenere viva la speranza di chi è in cerca di un futuro. È un compito troppo grande per noi». «In nome della città che rappresento - ha concluso il sindaco Garozzo - rendo l'ultimo saluto a questa giovane donna, abbracciandone il futuro non vissuto. La sua speranza diventa la nostra speranza: la vita, forte della vitalità d'ogni creatura, continui, la pace possa cancellare l'odio e la guerra e che la ragione possa sconfiggere i tetri fantasmi della violenza».
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