SIRACUSA. Aveva allestito un piccolo atelier, ricavato in un basso in via Aristotele, a due passi da viale Teocrito, dove vendeva merce contraffatta. Abiti griffati che mostrava e soprattutto piazzava ai suoi clienti. La sua fama si era ormai sparsa in città, fino a giungere alle orecchie dei militari della Guardia di finanza, che hanno fatto irruzione nel locale, rinvenendo e sequestrando 600 capi di abbigliamento. È stato denunciato per contraffazione un uomo di 50 anni, S.N., disoccupato, che, nelle settimane scorse, aveva preso in affitto il basso, ma, secondo gli inquirenti, il proprietario non era a conoscenza della vera attività del cinquantenne. Era finito nel mirino dei militari della Compagnia di Siracusa della Guardia di finanza da qualche tempo ed avrebbe mostrato di essere un tipo molto scaltro e così gli inquirenti hanno dovuto attendere un suo passo falso per fare scattare la perquisizione.
I finanzieri, agli ordini del comandante provinciale Giuseppe Cuzzocrea, non si sono limitati ad imprimere un giro di vite al fenomeno della contraffazione, infatti nel periodo pasquale sono state compiute, in città e nel resto della provincia, 125 verifiche in numerose attività commerciali, riscontrando 70 violazioni. «L'obiettivo dell'attività - dice il comandante provinciale della Guardia di finanza, Giuseppe Cuzzocrea - era verificare non solo l'effettivo rilascio di scontrini o ricevute fiscali ma anche che non fosse messa in vendita merce contraffatta. Militari in divisa ed in abiti borghesi sono entrati in azione sia di mattina che nelle ore serali per il controllo dei locali maggiormente frequentati dai giovani. Le attività visitate dalla Guardia di Finanza - spiega il colonnello Giuseppe Cuzzocrea - sono state pizzerie, macellerie, rosticcerie, lavanderie ma anche bar panifici e negozi di frutta e verdura. Di fatto, insomma, un controllo a 360 gradi che non ha risparmiato nessuno».
Il numero più consistente di trasgressori si è avuto, per ciò che concerne la città, ad Ortigia e nelle zone balneari, tra cui a Fontane Bianche, all’Arenella, ad Ognina, alla Fanusa, ed al Plemmirio. Si è scoperto che i clienti uscivano dai negozi con le buste per la spesa gonfie di generi alimentari, in occasione della tradizionale scampagnata, ma senza scontrini.
Anche nella zona sud della provincia, si sono registrate numerose irregolarità e dai dati in possesso ai finanzieri il record è stato toccato a Marzamemi, Avola e Noto.
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