SIRACUSA. Contratti di solidarietà per i ventidue addetti al call center di «Telecom» e chiusura della sede di via Ignazio Marabitti con il trasferimento dei dipendenti nel punto di Catania. È quanto contenuto nel piano industriale presentato dall'azienda venerdì scorso. Sul piede di guerra le segreterie provinciali del sindacato dei lavoratori della comunicazione di Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, che hanno chiesto l'intervento al prefetto, Armando Gradone ed alle deputazioni siracusane presenti al Governo ed all'Ars per evitare la chiusura del call center cittadino. I rappresentanti sindacali hanno anche preparato un documento che presenteranno venerdì alla «Telecom» nel corso della riunione definitiva convocata a Roma, in cui chiedono il mantenimento della sede del servizio «187» in città utilizzando i locali già disponibili in via Mascalucia, internalizzare i servizi di back-office, attivare le modalità di telelavoro ed evitare il trasferimento del personale in altre province. «Respingiamo la richiesta dell'azienda che ha proposto un ampliamento dell'orario di lavoro settimanale da 38 a 40 ore - ha detto il segretario provinciale del sindacato dei lavoratori della comunicazione, Salvatore Amara - che appare contraddittoria con l'utilizzo contemporaneo dei contratti di solidarietà. Nella sede cittadina sono rimasti ventidue addetti, ed è uno dei quarantasette uffici periferici dove si sta rappresentando l'inizio dell'ultimo atto di un dramma sociale».
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