NOTO. Già pronta a celebrare una nuova pagina di arte e fede. È la Cattedrale, risorta nel 2007 dopo il crollo di undici anni prima, che dai primi giorni della prossima settimana si trasformerà in grande laboratorio artistico: è tempo di affrescare il catino absidale, punto focale della preghiera dell’assemblea, che accoglierà il Cristo Pantocratore, che sarà opera del pittore marchigiano Bruno D’Arcevia. Il montacarichi al di sotto della cupola sale lentamente: per il maestro D’Arcevia inizia una nuova sfida. «Dovrò ”affrontare” un muro che per il momento è bianco», chiosa il pittore. «Uno sconforto per un artista: il bianco spaventa; tant’è che sono andato sopra a toccarlo per rendermelo amico. Bisogna in qualche modo possedere questo spazio, almeno spiritualmente». Prima di Natale è stata riprogettata l’area dell’abside diventata un’unica superficie, con il fondo - prima in canne e gesso - rifatto a coccio pesto. Qui nascerà il Cristo Pantocratore di Bruno D’Arcevia: «un lavoro difficile. Un affresco così capita una volta nella vita. Ne ho fatti di altri, ma questo, oltre ad essere il più grande, nasce in un luogo speciale: nella Cattedrale del popolo di Noto». Il maestro D’Arcevia comincia a «narrare» la sua opera. «Il Cristo Pantocratore avrà sopra una fiamma, simbolo dello Spirito Santo, ma a dominare la scena sarà l’immagine di Dio. A destra ci sarà San Giovanni Battista che, con lo sguardo rivolto verso Dio, poggia una mano sulla croce; la parte sinistra dell’area mostra la Madonna davanti a un sarcofago aperto, nell’atto di adorare il Cristo. C’è pure un aspetto pasquale da raccontare, nato, quando il bozzetto era stato già realizzato, dopo un colloquio con il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò. Ci sarà un agnello sgozzato e al di sotto i dottori della Chiesa, con al centro i santi Agostino e Ambrogio. Il via ai lavori già a metà settimana. Sei ore di lavoro al giorno, fino a metà agosto: poi l'area, una volta smantellati i ponteggi dal fondale dell'altare maggiore, mostrerà quell'esteso affresco. Il maestro nella sua intensa attività ha realizzato un grande numero di opere sacre anche per i francescani di Paola, a Pizzo Calabro.
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